Il Board ha detto sì. E questo, dunque, può essere il giorno che riscriverà la storia del calcio. Il giorno in cui il video, (moviola, slow motion) entra in campo. Ufficialmente. Perché almeno in un paio di episodi, la testata di Zidane a Materazzi nel 2006, e l’angolo diventato rigore in Brasile-Marocco alla Confederations 2009, il video di fatto è già stato usato. Ma oggi è diverso. Il 130° International Board a Cardiff in Galles aveva in agenda la sperimentazione video a partire dal 2016-17. Non c’è Platini a opporsi, non c’è Blatter a cambiare idea la mattina. I legislatori del pallone, allora, hanno deciso di dare il via ai test, che dureranno due anni. Eventualmente, il primo torneo con la “moviola” sarebbe Euro 2020. Ma il protocollo è stato definito. E politicamente, per il nuovo presidente Fifa Gianni Infantino, è l’occasione per uno stacco con il passato: “Abbiamo preso una decisione davvero storica per il calcio. Ifab e Fifa stanno continuando a discutere del tema e il dibattito non si fermerà oggi. Abbiamo dimostrato che stiamo ascoltando il calcio e stiamo applicando il buon senso. Dobbiamo essere prudenti, ma stiamo facendo passi concreti per mostrare che è iniziata una nuova era”.
Il protocollo rivoluzionario. Studiato e rielaborato con i due panel di tecnici ed esperti, il protocollo è stato approvato dal Board composto dalla Fifa e dalle 4 britanniche. Servivano 6 voti su 8. Nei corridoi dell’hotel St.David’s si sussurrava che gli inglesi avessero dei dubbi, che però non hanno inciso troppo sul voto finale. Una cosa è sicura: il video non potrà disciplinare tutti i casi. L’idea è di applicarlo dopo il gol, per valutare se c’è stato fallo, palla fuori, fuorigioco; e inoltre per l’espulsione diretta e il rigore, cioè episodi che “cambiano” la gara. Escluse invece sia la punizione dal limite dell’area sia l’ammonizione. La cosa si complica quando, in caso di episodio che merita la revisione, il gioco non si ferma. Nel protocollo c’è la possibilità di fermarsi se la palla è in una zona non “influente”, o di aspettare un stop (ma se l’azione continua per minuti?). E c’è sempre l’opzione “challenge”, cioè che i tecnici chiedano una verifica video. Una cosa è sicura: le gare saranno più lunghe.
Tanti dubbi e non solo per la sperimentazione. Il video potrebbe non risolvere il caso. Quante volte infatti la moviola tv scatena interpretazioni opposte? L’ultima parola spetta all’arbitro. E sarà lui a vedere il monitor, posto a bordo campo, facile da raggiungere. Altri problemi: chi è ammesso alla visione? Tecnici? Capitani? Difficile. E chi gestisce le riprese? Se si vuole partire ad agosto serve l’approvazione oggi. L’Italia ha confermato la disponibilità come Olanda (dove il video è stato testato), Brasile, Usa, Germania, Francia, Inghilterra, Scozia e la Coppa America. Tutti potrebbero ricevere l’ok, per avere più risposte. Ma in quali tornei? Decide il Board, non le federazioni. Serve continuità, non convince l’opzione altissimo livello (Champions, Serie A). Più probabili coppe nazionali e B.
Nuove regole in sordina. Il video rischia di oscurare il resto del Board. A cominciare dalla riscrittura delle regole: il testo, in inglese, sarà di 12mila parole invece di 22mila. E avrà novità importanti. Fallo di mano: non più “giallo” automatico, magari a 70 metri dall’area, ma soltanto se interromperà un’azione “efficace”. Altrimenti solo punizione. Inoltre via la parola “volontario”, come di fatto è già: sarà fallo se mano/braccio sono in posizione innaturale (non congrua). “Rosso” e vantaggio: oggi, in caso di fallo da espulsione, l’arbitro deve sempre fischiare, ma questo può impedire a chi attacca di concretizzare un vantaggio molto importante (tipo un’azione in campo aperto). Il prossimo anno l’arbitro farà proseguire l’azione e darà il “rosso” soltanto dopo, quando: il gioco si ferma (gol, palla fuori), il gioco prosegue, con la possibilità di fermarlo (“stop tecnico”) quando il giocatore da espellere è coinvolto nella ripartenza.
Altre novità. Oggi, chi subisce un fallo da “giallo” (o “rosso”) deve abbandonare il campo lasciando la squadra in 10. Un paradosso che aiuta chi fa fallo. Il prossimo anno, se le cure mediche non saranno oltre 40″/un minuto, l’infortunato non dovrà più uscire. E ancora: espulsione prima del fischio d’inizio, per fatti gravi o violenti nel pre-gara. Rigore da fuori campo: proprio così, in caso un giocatore tenti di rallentare il rientro dell’altro in campo, con pallone in gioco, dopo essere usciti nella foga dell’azione, oltre all’ammonizione non sarà più palla a due ma punizione (o rigore, se in area). Idem se uno della panchina o un medico entrano senza autorizzazione. Punizione su fuorigioco di rientro: oggi la punizione si batte dove avviene l’offside, tranne nel caso di fuorigioco di rientro con l’attaccante che torna nella sua metà campo (caso in cui viene battuta nella metà campo d’attacco); il prossimo anno sarà battuta sempre nella zona effettiva. Addio alla tripla sanzione. Non verrà abolito del tutto il “rosso” nel caso di fallo che impedisca una chiara occasione da gol: resterà in caso di fallo violento o che impedisce un gol “altrimenti inevitabile” (mano sulla linea). Inoltre: se difensore o portiere cercano di giocare “onestamente” la palla, e non riescono, sarà colpa lieve e “giallo”; se invece questa possibilità non c’è, “rosso”. Possibile il quarto cambio nei supplementari: ci sarà una sperimentazione. E discussione sull’espulsione a tempo, testata favorevolmente in tornei giovanili dove resta fuori 8’/10′ chi simula, protesta o tiene comportamento antisportivo.
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