di RAFFAELE CICCARELLI/ È diventato ormai un appuntamento fisso quello che porta a Coverciano, la casa del calcio italiana, i giornalisti iscritti all’Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana), presieduta da Luigi Ferrajolo, per un incontro con le massime autorità calcistiche italiane, nell’ormai classico seminario intitolato “Il calcio e chi lo racconta”, giunto alla sua nona edizione. Come sempre ricchissimo e molto qualificato il parterre dei relatori, ad iniziare dal padrone di casa, Michele Uva, che ha esortato tutti i colleghi a dare spazio anche alle buone notizie, non solo a quelle scandalistiche, anche se poi queste ultime sono quelle che fanno scoop.
Moviola in campo. Molto interessante l’intervento dell’ex arbitro internazionale Roberto Rosetti, che ha illustrato pregi, difetti, e stato dei lavori riguardo il Var (Video Assistant Referee), la video assistenza arbitrale che ha preso il via in fase sperimentale e già tante polemiche e perplessità ha destato.
Altri temi. Si è dibattuto poi sugli stadi, sulla loro pessimistica visione tutta italiana che li vede come costo e non come ricavo, con gli interventi di Alberto Rigotto dell’Udinese e di Niccolò Donna del Centro Studi della Figc, seguitissimo e apprezzato l’intervento di Renzo Ulivieri. Il Renzaccio nazionale ha introdotto il suo incontro discutendo della terminologia usata negli articoli, spesso inesatta, per poi passare a discutere della nuova frontiera tattica, il cambio di modulo nel corso della stessa gara. Ha concluso i lavori una tavola rotonda con alcune tra le migliori firme italiane del giornalismo, sullo stato dell’informazione sportiva e non in Italia.
Editoria e stampa. Il quadro che ne è scaturito ha tinte fosche per quel che riguarda l’editoria, diverso il senso del servizio informativo in sé, sempre importante e richiesto, con i giornalisti che devono aggiornare se stessi in un sistema che vive il fermento, e anche i tormenti, del cambiamento.
Il saluto della Federcalcio. Convinto e applaudito l’intervento finale di Carlo Tavecchio, il presidente della Figc, che ha detto che l’evento sarà sempre ripetuto in sede federale perché fondamentale è l’informazione nello sport. Tutte queste argomentazioni sono state molto interessanti.
Riflettori sul c.t. azzurro. Il clou del seminario si è avuto con l’incontro con Giampiero Ventura, il CT della Nazionale italiana. Le interessanti valutazioni portate da Ventura hanno fornito un quadro chiaro su quello che è il suo progetto e su quella sorta di rivoluzione silenziosa avviata all’indomani del suo insediamento e dopo l’intenso periodo di Antonio Conte. Partendo dal presupposto che la nazionale post europea era sicuramente una squadra vecchia, il primo passo è stato quindi di favorire il ricambio generazionale. Il CT ha precisato di aver rinunciato agli stages, almeno a quelli classici, preferendo farne convocando quei giovani che potevano avere le potenzialità da nazionale. Per questo il suo ruolo fino a ora è stato fondamentalmente di manager, visitando le società di Serie A e improntando, con in giocatori un dialogo costante, tanto da fargli definire il dialogo una prima forma di allenamento. L’ultima valutazione è stata lasciata al campionato, non ritenuto giustamente chiuso ma chiaramente indirizzato, mentre il suo intervento si è concluso con l’augurio della qualificazione dell’Italia al Mondiale, soprattutto con una squadra giovane che garantisca il futuro.
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