di FABIO CAMILLACCI/ Il calcio come la storia, non si fa con i se e con i ma. Alla fine, però, la differenza tra Roma e Lione la fa il gol di Lacazette nei minuti di recupero della partita di andata. Senza quella staffilata sotto il sette, che sancì il 4-2 finale, oggi la Roma sarebbe ai quarti di Europa League e il Lione a casa. Ed invece, purtroppo, è esattamente il contrario. Ai giallorossi, infatti, nel match di ritorno non basta la vittoria per 2-1 contro i francesi all’Olimpico. Una “remuntada” a metà, una prova tutta cuore e coraggio. Il rammarico è grande, soprattutto alla luce delle tante occasioni da rete create e non sfruttate. Merito anche di un Lopes stratosferico: il portiere portoghese del Lione sfodera almeno 4 grandi interventi assolutamente decisivi.
La partita: primo tempo 1-1. Spalletti conferma la difesa a tre e preferisce Mario Rui ad Emerson sulla fascia sinistra; visto che il brasiliano non è al massimo per noie fisiche. Dall’altra parte, invece, mister Genesio conferma Jallet per Rafael e lancia a sorpresa Cornet come esterno destro, preferito sia a Ghezzal che al talentuoso e veloce Fekir. Come previsto, la Roma parte fortissima e ogni volta che arriva nell’area di rigore avversaria dà l’impressione di poter far gol. E come detto, alla fine del primo tempo, se i giallorossi segnano appena un gol è solo per merito di un grandissimo Lopes. Prima super parata dopo appena 6′ di gioco, quando dopo una traversa clamorosa colpita da Rüdiger il portiere dei transalpini dice no a Salah di testa, togliendo il pallone dall’incrocio dei pali. Poi al 12′ è ancora bravo in uscita su Salah, ma è al 41′ che si supera con una doppia parata ravvicinata su Strootman. Merito del portiere ma anche demerito dei calciatori romanisti. Nel frattempo la partita, però, ha già cambiato volto per il botta e risposta tra Diakhaby e Strootman, con il francese che insacca di testa la punizione di Valbuena e l’olandese che ribadisce in rete sottomisura un calcio da fermo di De Rossi. Giallo al 19′: la Roma protesta per un fallo di mano di Tousart in un contrasto con Nainggolan che l’arbitro Kassai avrebbe potuto punire con il calcio di rigore.
L’assedio giallorosso finale. La ripresa ha sostanzialmente lo stesso spartito del primo tempo, con la Roma proiettata costantemente all’attacco e il Lione a cercare i riferimenti in mezzo al campo. Lopes si esalta subito con un altro miracolo su colpo di testa di Nainggolan. Una trattenuta di Diakhaby su Salah poteva essere punita con il rigore e Valbuena sbaglia un buon tap-in in corsa su iniziativa di Cornet. Poi Spalletti decide finalmente di cambiare un Bruno Peres inguardabile: dentro El Shaarawy. La mossa è giusta, perché il “Faraone” al primo affondo mette dentro la palla su cui Jallet respinge su Tousart provocando l’autorete del vantaggio giallorosso. Al secondo affondo invece va vicinissimo al gol del 3-1 con uno spunto in velocità. Al 20′ Cornet ha la palla del match, ma non riesce a fare il 2-2 a botta sicura calciando altissimo. Allora Spalletti si gioca anche la carta Perotti, aumentando in modo esponenziale la produzione offensiva. Tanto che gli spazi per il Lione crescono e stavolta è Alisson a doversi travestire da Lopes su tiro a giro di Tolisso, su una ripartenza, uno contro uno, a campo aperto di Cornet e su un tiro finale di Fekir. L’ultima carta di Spalletti è Totti che infiamma ulteriormente gli spalti romanisti. Gli ultimi brividi giallorossi stanno tutti in un colpo di testa alto di Dzeko e in un tiro di El Shaarawy ribattuto da Jallet quando tutti avevano già pensato al gol della qualificazione. Peccato (nella foto: tutta la disperazione di capitan De Rossi).
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