di FABIO CAMILLACCI/ Da Mediapro a Tebas: il massimo campionato di calcio parla sempre più spagnolo. I venti presidenti della Lega di A, forti dei tanti soldi dei diritti tv, ora vogliono contare di più. E vogliono sbrigarsela da soli, approfittando del fatto che il commissario Giovanni Malagò sarà impegnato in Corea per i Giochi invernali. Il presidente del Coni intanto si è limitato a un sarcastico commento sull’assegnazione dei diritti tv a Mediapro per il triennio 2018-2021: “Siamo stati fortunati, evidentemente avevano fatto un buon lavoro prima”. Ma come accade da sempre in Italia, alcuni presidenti vogliono approfittare dell’assenza di Malagò che sarà in Corea almeno fino al 25 febbraio, per definire tutte le cose al loro interno, tagliandolo di fatto fuori. Per questo, 8 club hanno chiesto ai due vicecommissari Nicoletti e Corradi di indire un’assemblea elettiva per il 14 febbraio. Per fare il “colpo di stato” in assenza di Malagò però ci vogliono 14 voti, si possono trovare solo se si arriva a un accordo Lotito-Cairo. Cosa molto probabile.
La situazione. I club riformisti sono sette (Juve, Roma, Inter, Sassuolo, Samp, Fiorentina, Samp) e si oppongono al progetto di Lotito e dei suoi alleati di votare adesso; sotto sotto anche al patron del Torino Cairo non piace Malagò commissario e preme per far eleggere lo spagnolo Javier Tebas come amministratore delegato della Lega di serie A. Tebas (foto) dal 2013 è presidente della Liga professionale di Spagna che vorrebbe rinnovargli il contratto (guadagna 629.033 euro fissi più circa 250.000 variabili in base agli obiettivi raggiunti), ed è amico e socio in affari di Jaume Roures, catalano e indipendentista, l’uomo che con Mediapro ha fatto ricco il calcio spagnolo e ora è approdato anche in Italia. Tebas è in pessimi rapporti con Fifa e Uefa e come presidente della Liga di Spagna si è battuto perchè l’Italia non avesse dal prossimo anno quattro club in Champions (magari forse adesso avrà cambiato idea). Suo figlio inoltre raccoglie la pubblicità in Spagna per Mediapro. Insomma, tutto torna.
Tebas in gran segreto a Roma. La scelta di Tebas (55 anni, avvocato, origini del Costarica, incarichi in 46 diverse società), fa discutere. C’è aria di conflitto di interessi e per di più il numero 1 della Liga ha chiesto un milione e duecentomila (netto) per sé e 600.000 euro (netti) per il suo braccio destro. Tebas è nella Capitale, in gran segreto, per colloqui riservati in alcuni hotel del centro con l’attivissimo presidente della Lazio che sta trascurando anche la campagna elettorale per politiche e regionali. L’alternativa come ad è Luigi De Siervo, ora a Infront Italia, l’uomo che ha portato nelle casse dei presidenti 1500 milioni; ma è molto probabile che alla fine venga scelto Tebas. Tradotto: nonostante il doppio commissariamento tra Figc e Lega, i padroni del vapore continuano a fare il bello e il cattivo tempo nel sempre più disastrato calcio italiano. Alla faccia delle regole.
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