di Raffaele Ciccarelli*
Spesso negli ultimi anni ho espresso critiche sull’operato del Calcio Napoli, del presidente Aurelio de Laurentiis, dei suoi ultimi allenatori, quelli che, seppur con opposte visioni calcistiche, hanno fatto fare il vero salto di qualità alla società partenopea, Walter Mazzarri e Rafael Benitez. Sono state critiche verso gli atteggiamenti societari e dei tecnici avendo come punto di riferimento il campo, i suoi accadimenti, e il modo di comportarsi dei suddetti, con dichiarazioni spesso in netta contraddizione tra le due cose. Fermo restando la libertà di gestione sia del presidente, sia dei suoi allenatori, quello che ha provocato (e provoca) il mio spirito critico sono appunto questi atteggiamenti che, alla lunga, sembrano portare quasi a una presa in giro della appassionata tifoseria azzurra. Un comportamento sotto gli occhi di tutti, basta andare a leggere certe dichiarazioni, talmente in contrasto con l’evidenza dei fatti, talvolta, da sembrare impossibile che fossero partorite da mente umana. Questo è quello che trovo inaccettabile, il poter pensare di avere la libertà di poter passare qualsiasi cosa ai tifosi, tanto sono “creduloni”, credono solo alla loro passione. Ma questo non dà patente di immunità a quanti perpetrano tale atteggiamento, né consente loro di poter prendere in giro una tifoseria certo appassionata, di sicuro volubile, ma non per questo “stupida”.
Politica calcistica sbagliata. Ho già scritto che il presente articolo non vuole essere una critica verso la politica societaria del Calcio Napoli, però è un dato di fatto che finché sarà questa quella attuata, è già oro colato raggiungere un quarto, quinto posto in campionato. Se all’inizio di questa stagione, la Juventus dei record, già abbondantemente più forte, ha ulteriormente rinforzato il suo assetto; se la Roma, seconda, ha fatto altrettanto, dove sono stati i miglioramenti e i rinforzi del Napoli? Avevano un portiere di livello internazionale, Pepe Reyna, ed è stato mandato a fare panchina al Bayern Monaco; avevano due centrocampisti, nazionali nel loro paese, Valon Behrami e Blerim Dzemaili, e sono stati fatti andare via, senza rimpiazzi almeno di altrettanto valore. Alla luce di tutto questo la domanda da porsi è per quale motivo il Napoli avrebbe dovuto fare meglio della scorsa stagione, arrivare, quindi, secondo o primo quando le concorrenti si erano, loro sì, rinforzate? Avremmo apprezzato l’onestà della società se, a inizio stagione, invece di sbandierare proclami, salvo poi inventarsi scuse ai continui fallimenti, avesse semplicemente parlato di questo, in tutta onestà: siamo convinti che, con la passione dei tifosi, convinta e condivisa, e non pretesa ed ingannata, la squadra avrebbe potuto dare qualcosa in più, oltre i suoi limiti che non le permettono una posizione migliore in classifica, al momento.
Don Rafè sotto accusa. In tutto questo, non è stato esente da colpe il buon Benitez: anche qui, non ci permettiamo di discutere la professionalità di un allenatore che, in un modo o nell’altro, conserva una solida reputazione internazionale, come dimostra la stessa chiamata del Real Madrid per il dopo Carletto Ancellotti. Ma l’onestà delle dichiarazioni? La gratitudine o, quanto meno, il bon ton che, a questo punto, dal personaggio traspare solo a chiacchiere? Rafa Benitez ha dimostrato con i fatti sin dalla prima ora di quest’ultima stagione, di avere avviato il suo scollamento dall’ambiente, a partire dalle incaute dichiarazioni pre match contro l’Athletic Bilbao, una squadra mediocre che ha spezzato il primo sogno azzurro, l’accesso alla fase a gironi della Champions League, continuando con il tira e molla sulla sua permanenza in questi ultimi mesi. Durante tutto il corso della stagione più volte Don Rafè, come era affettuosamente chiamato a Napoli, ha mandato in campo squadre cervellotiche e senza alcuna logica che sono sembrate più il frutto di una rivalsa contro la società che, evidentemente, aveva disatteso certi programmi piuttosto che figlie di una logica gestionale. Ma allora perché non dimettersi? L’aver tanto insistito su un portiere di belle speranze, ma giovane e inesperto come Rafael; l’aver schierato i giocatori sempre con il granitico 4-2-3-1 fino al punto di appiattirsi tatticamente, senza trovare alternative ad un sistema forse non adatto alle caratteristiche dei giocatori; di conseguenza a questo, non avere provato un altro assetto che proteggesse maggiormente il reparto difensivo, al di là, e forse proprio a causa, della mediocrità dello stesso; la costante involuzione di Marek Hamsik e il continuo insistere su un troppo spesso inconcludente Josè Maria Callejon trascurando in certi frangenti la vena realizzativa di Manolo Gabbiadini, unico vero rinforzo stagionale. Questi sono alcuni degli appunti tecnici che, in piena e serena libertà di critica si possono muovere al tecnico spagnolo, cui non può bastare il merito, seppur importante, di avere dato una mentalità più “europea” a questa squadra, ma c’è un aspetto che, proprio la tanta pazienza avuta dal pubblico napoletano, ci lascia particolarmente basiti: la mancanza di gratitudine.
Rafa “core ‘ngrato”. Come è possibile lasciare una piazza come quella napoletana in pratica cinque minuti dopo la fine dell’ultima gara di campionato, che ha sancito il fallimento di un intero programma tecnico, e essere già a Madrid senza avere speso una sola parola di ringraziamento, senza aver dato un minimo di spiegazione, al di là degli obsoleti silenzi stampa imposti dalla società? Dove è finita la signorilità, la professionalità di questo signore che, ora, sembra essersi trasformato nell’ennesimo mistificatore? Già stigmatizzammo una situazione del genere, con altri personaggi e con ben altre situazioni: al di là delle prospettive opposte, l’una vincente e l’altra no, in cosa è diverso l’atteggiamento incurante di Benitez da quello mostrato a suo tempo da Josè Mourinho, che abbandonò l’Inter ancora con la medaglia al collo del triplete, sempre per il Real Madrid e Florentino Perez ? Al di là delle fisse di quest’ultimo, ai Blancos quel blitz non disse sostanzialmente bene, chissà quale futuro regalerà questo, di sicuro l’atteggiamento di Rafael Benitez si può identificare solo con l’ingratitudine di cui sopra. E questo i tifosi del Napoli non lo meritavano.
*Storico dello sport
Commenta per primo