Corsi e ricorsi storici. Marzo 2006: l’Inter di Roberto Mancini con un pareggio per 1-1 all’Olimpico, interrompe la striscia di vittorie consecutive della prima Roma di Spalletti (erano state ben 11 prima di quel pari). Dieci anni dopo, sempre nel mese di marzo, sono ancora i nerazzurri del Mancio a frenare i giallorossi del tecnico di Certaldo, interrompendo con un altro 1-1 la serie di 8 successi di fila. All’epoca, Roma in vantaggio con Taddei e raggiunta da Materazzi, stasera Inter avanti con Perisic poi pareggio di Nainggolan. La sostanza non cambia, Giambattista Vico docet.
Roma-Inter 1-1. Il secondo anticipo della 30° giornata di Serie A, ci ha regalato una bella gara, in equilibrio fino all’ultimo secondo di gioco. Tanta noia invece nell’anticipo delle 18 Empoli-Palermo: 0-0 e primo punto in rosanero per mister Novellino. Il Palermo muove la classifica. Ma torniamo al match dell’Olimpico. Nel primo tempo, il pressing asfissiante dei nerazzurri imbriglia la manovra della Roma che va a sprazzi. Spalletti punta sull’attacco leggero e veloce lasciando in panchina il gigante Dzeko, ma, Salah, El Shaarawy e Perotti dimostrano di soffrire la fisicità dei ragazzi di Mancini. Così, dopo un buon inizio giallorosso l’Inter prende coraggio e campo spaventando il portiere polacco Szczęsny, il quale però non viene mai seriamente impegnato. Ai punti, al termine dei primi 45 minuti, più Inter che Roma ma 0-0 giusto. Nella ripresa, al 53′, ripartenza letale degli ospiti che passano in vantaggio con Perisic (foto Ansa-Gazzetta.it), il migliore in campo: un autentico incubo per capitan Florenzi (Totti e De Rossi erano in panchina). Ribadiamo un concetto: Florenzi non può giocare da terzino destro. E’ un giocatore eclettico si ma non può giocare esterno destro basso. Dopo il vantaggio interista Spalletti cambia: fuori Keita, dentro Dzeko. L’attaccante bosniaco si pappa più di un gol perchè non ha nelle corde il cosiddetto “killer instinct” dei bomber di razza, ma, lavora molto per la squadra rendendola più pericolosa nell’area nerazzurra. Buona comunque la reazione giallorossa: sono tante le occasioni da rete sprecate, Handanovic oltretutto abbassa la saracinesca e l’arbitro Orsato non vede un netto fallo di mano in area interista di Miranda. Il portiere sloveno però capitola all’84’ sulla rasoiata del “Ninja”. Complessivamente, per le palle gol avute, la Roma avrebbe meritato di vincere ma l’1-1 è sostanzialmente giusto.
Walter Sabatini annuncia l’addio alla Roma. In settimana su Altroquotidiano, quando trattammo l’argomento Conte che dopo gli Europei lascerà la Nazionale per il Chelsea, scrivemmo di un Sabatini in partenza per Londra perchè richiesto in “Blues” dallo stesso attuale c.t. azzurro. I due si stimano molto, non a caso Sabatini avrebbe voluto portare Conte a Trigoria. Oltretutto, il direttore sportivo romanista pensa di aver fatto il suo tempo nella Capitale dopo 5 stagioni non proprio esaltanti, a parte 2 secondi posti e tante girandole di mercato che hanno prodotto quelle plusvalenze di bilancio care alla proprietà americana di Pallotta. Ai microfoni di Mediaset Premium, Sabatini dichiara: “Il mio futuro? Il futuro è roseo ma in questo momento è una questione marginale. Ho chiesto a Pallotta di risolvere il contratto il 30 giugno prossimo, lui ha accettato e si è dimostrato disponibile: non ci sarà nessuna buonuscita da trattare. Sono stato molto chiaro e trasparente, non ci sono misteri, è tutto molto semplice. Da qui a giugno avrò tanto lavoro da fare per la Roma e sono totalmente concentrato su questo. Futuro in Inghilterra? No, parlo molto male l’inglese”. L’uscita di Sabatini non è piaciuta a Spalletti (i due si stimano reciprocamente ma non si amano); peraltro il tecnico si è sentito spiazzato perchè ha appreso la notizia dai giornalisti davanti alle telecamere. L’allenatore ha quindi quasi costretto il d.s. a rimangiarsi quanto detto soprattutto perchè la stagione non è finita, mancano ancora 8 partite di campionato per centrare l’importante obiettivo Champions. Simpatico in tal senso il siparietto andato in scena in “mixed zone” tra i due. Ma, la strada è ormai tracciata: a fine stagione Sabatini raggiungerà Conte al Chelsea. Siamo comunque d’accordo con Spalletti: anche se la notizia era nell’aria da tempo, lo show del d.s. romanista è da considerare intempestivo e fuori luogo a questo punto della stagione. A conferma che Walter Sabatini è sì “il Re del mercato” ma non un grande direttore sportivo, estendendo ovviamente il concetto a d.s. di campo e scrivania.
Un pareggio che non stravolge la corsa al terzo posto ma rallenta la “remuntada” giallorossa. Tutto come prima in classifica: Roma sempre terza con 5 punti di vantaggio sull’Inter. Può approfittarne la Fiorentina che domenica è attesa a Frosinone; con un successo i viola tornerebbero a -3 dai giallorossi e allungherebbero sui nerazzurri. La frenata dopo 8 vittorie consecutive frustra un po’ le ambizioni del gruppo di Spalletti, ingolosito dalla possibilità di avvicinare il Napoli che adesso ha la possibilità di volare a +7 sulla Roma. Al San Paolo domenica arriva un fragile Genoa e il pronostico è ovviamente tutto per i partenopei chiamati a vincere anche per avvicinare o addirittura agganciare la Juventus attesa dal derby col Torino nell’Olimpico granata. Bianconeri nettamente superiori ma le stracittadine, lo sappiamo, sono sempre insidiose. E poi la squadra di Allegri potrebbe non aver ancora smaltito lo shock da eliminazione dalla Champions League; soprattutto per come è maturata mercoledi a Monaco contro il Bayern. La storia insegna, tanto per tornare a Giambattista Vico.
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