di FABIO CAMILLACCI/ Come accade da sempre, è praticamente calciomercato tutto l’anno; anche se di fatto esistono delle date ufficiali, soprattutto per depositare i contratti firmati dalle parti. E allora, ricordiamo che è scattata nella giornata del primo settembre la sessione di quello che a oggi è il mercato calcistico più anomalo della storia. Infatti, il coronavirus ha stravolto i calendari d’Europa e del mondo. Scriviamo subito che i soldi veri qui da noi non ci sono. In tal senso, Premier League inglese, Bundesliga tedesca e Liga spagnola, sono di un altro pianeta perchè hanno saputo vendere meglio il loro prodotto.
Le principali tappe. In Italia il campionato è terminato a inizio agosto e riprenderà il 19 settembre, con le Coppe Europee compresse e al via soltanto il 20 ottobre (preliminari a parte). Di conseguenza, il calciomercato è costretto ad adeguarsi. E così, mentre un tempo le contrattazioni terminavano ai primi di settembre, quest’anno iniziano. Termineranno il 5 ottobre alle ore 20.
Dall’1 settembre dunque è possibile depositare i contratti in Lega Calcio e rendere ufficiali tutti gli accordi raggiunti finora. Sede simbolo del mercato di quest’anno: lo storico Grand Hotel di Rimini di felliniana memoria. Mentre la finestra invernale resta fissata in date più canoniche: dal 4 gennaio a lunedì 1 febbraio 2021, con chiusura sempre alle 20.
Mercato anomalo e povero in Italia. Il Covid ha creato problemi economici un po’ a tutti i club, chi più chi meno. Meno soldi dalle tv, dagli sponsor, dal merchandising e dal botteghino. Pertanto, non aspettiamoci colpi stellari e spese pazze; la stessa Juventus campione d’Italia e club economicamente più forte del Belpaese, ha problemi di bilancio. Quindi, domina sempre di più la cosiddetta “finanza creativa”. Quest’anno più che mai, nel calciomercato conteranno idee, intuizioni e occasioni. Per acquistare a suon di milioni bisogna prima vendere.
Il piatto piange. E allora se il piatto piange, spazio alle nuove formule creative: prestito secco, prestito gratuito, prestito oneroso, prestito di un anno e diritto di riscatto, prestito di un anno e obbligo di riscatto e via di questo passo. Ovviamente, in una situazione del genere tengono banco anche le famose plusvalenze che per alcuni aspetti hanno sostituito quelle che una volta si chiamavano “comproprietà” con il cartellino di un calciatore diviso al 50% tra due club. Ci fu chi ne abusò e fallì (il Parma) e per questo motivo vennero abolite.
Rischi futuri. Ora il rischio è che per far quadrare i bilanci, le società abusino di scambi fatti per gonfiare il valore dei calciatori al fine di fare plusvalenza di bilancio e non minusvalenza. Come per le comproprietà, anche questa tendenza rischia di degenerare. La bolla è sempre più gonfia e rischia di esplodere, soprattuto in tempi di coronavirus.
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