Calciomercato: Milan e Inter, spese pazze nonostante il rosso di bilancio

foto miadi FABIO CAMILLACCI/

La crisi economica globale continua a tenere banco, aggravata peraltro dal precipitare degli eventi in Grecia. Atene rischia il default e tutta la baracca Europa rischia di crollare. Nonostante ciò, il calciomercato in Italia è partito all’insegna delle spese pazze. In testa alla classifica oltretutto ci sono due club fortemente indebitati: Inter e Milan. Le milanesi si sono sfidate a colpi di milioni di euro dando vita a ripetuti derby di mercato. Ai nerazzurri il match per portare a Milano il forte centrocampista francese Kondogbia: 38 milioni al Monaco, bonus compresi, e contratto faraonico al giocatore. Proprio il rilancio sul contratto ha permesso alla società di Thohir di vincere la concorrenza del Milan che poi si è consolato con l’attaccante Carlos Bacca (30 milioni), l’ex centrocampista di Genoa e Roma Andrea Bertolacci (20 milioni) e l’ex bomber dello Shakhtar Luiz Adriano (8 milioni). In precedenza Galliani, beffato poi dall’Atletico Madrid, aveva provato il colpo gobbo con Jackson Martinez che al Porto aveva una clausola rescissoria di 35 milioni di euro. Senza dimenticare gli altri arrivi: il centrocampista Josè Mauri (al Milan da svincolato dopo il fallimento del Parma), i difensori Miranda (all’Inter l’ex Atletico Madrid), Murillo (un nazionale colombiano per la retroguardia nerazzurra) e Montoya (all’Inter via Barcellona).

Punto di domanda. La domanda a questo punto sorge spontanea: ma se Inter e Milan sono piene di debiti come fanno a spendere tutti questi soldi? Dove li trovano? Per giunta i nerazzurri avevano già una diffida dell’Uefa per violazione del fair-play finanziario. Diffida seguita da una pesante multa. E’ chiaro che a questo punto patron Thohir dovrà fare quello che ha fatto per una vita Massimo Moratti da presidente dell’Inter: ricapitalizzare per coprire l’enorme buco di bilancio. Inoltre, la società nerazzurra dovrà cedere qualche suo pezzo pregiato per fare cassa e rientrare delle spese.

Mistero rossonero. Situazione ancor meno chiara, anzi è il caso di dire più oscura, in casa Milan dove si sentono i “benefici” economici di fondo Doyen e Mr. Bee. Possibile che a Silvio Berlusconi, rimasto socio di maggioranza, siano bastati questi due aiuti finanziari per rifondare la squadra spendendo a destra e a manca? E l’enorme debito milanista che fine ha fatto? Senza dimenticare che il Cavaliere ha parecchi problemi economici anche in altre aziende di famiglia. C’è qualcosa che non torna o qualcosa che Thohir e Berlusconi evidentemente ci nascondono. Andando avanti di questo passo si rischiano altri “casi Parma”. Per esempio, su questo fronte attenzione alle genovesi: la Sampdoria di Ferrero e il Genoa di Preziosi rischiano di fare crack da un momento all’altro.

Un brutto segnale. La serie A è tornata a spendere ma sono ancora molte, troppe, le squadre con bilanci precari, tenute in piedi da un sistema artificiale. Il rischio di un altro “caso Parma” è più concreto di quanto si possa pensare. Forse 2,3, 4 “casi Parma”. Insomma, ci risiamo. In Italia si continua a spendere per i giocatori senza investire in strutture, stadi, servizi accessori e merchandising. Un vero suicidio. In questo modo infatti non si colma la distanza con gli altri principali campionati europei. La distanza si colma con gli stadi di proprietà, e riempiendo gli stadi.Oggi gli stadi sono sempre più vuoti anche perché vecchi, scomodi e senza servizi. Meditate gente, meditate.

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