In questa squallida campagna preelettorale siamo arrivati al paradosso: un politico “mette in bocca” all’avversario una dichiarazione e poi lo attacca. E, paradosso nel paradosso, alcuni mezzi di informazione, Rai in testa (ma non solo), danno conto della vicenda partendo dalla dichiarazione di colui che contesta la tesi da lui stesso attribuita all’avversario.
Ecco come sono andate le cose. Il leader del M5s, tra le altre “carte” della sua propaganda, tira fuori la tesi che per contribuire a reperire i fondi necessari a creare il famoso quanto improbabile “reddito di cittadinanza” si possono tagliare le “pensioni d’oro”. E sostiene che da questo taglio si possono ricavare 12 miliardi di euro, senza precisare in quanto tempo.
Il suo antagonista, Matteo Renzi, temendo che l’idea possa far breccia nell’elettorato più dei suoi scellerati “bonus”, parte al contrattacco e spara il seguente tweet: «Ieri il Movimento Cinque Stelle ha proposto di recuperare 12 miliardi di euro tagliando le pensioni d’oro. Al giornalista RAI che restava stupito per la cifra, Di Maio ha detto in modo sprezzante: Certo che sono 12 miliardi, veda bene. Noi abbiamo visto bene. Se vogliamo prendere 12 miliardi di euro dalle pensioni dobbiamo tagliare a chi prende 2.300 euro di pensione. Ci rendiamo conto? Qualcuno può legittimamente dire che duemila euro di pensione sono una pensione d’oro?…».
Nessuno lo dice, e nemmeno di Maio si sognerebbe di pensarlo. E infatti non l’ha detto e non l’ha pensato. Per lui – preciserà in replica – si può parlare di pensioni d’oro solo a partire dai 5000 euro mensili netti in su.
Però speaker televisivi a reti unificate e siti giornalistici si sono subito lanciati a sparare a raffica: «Pensioni. Renzi al M5s: folle tagliare quelle da 2300 euro!»
Quella che domina la scena mediatica non è la frase detta da Di Maio, ma è la fake news diffusa da Renzi. Una domanda: ma il segretario del Pd non è la stessa persona che ha annunciato di voler creare una task force per combattere le “bufale”? Solo quelle degli altri o anche le sue?
(e. s.)
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