Bernardo Caprotti, il re dei supermercati Esselunga, morto il 30 settembre all’età di 91 anni, ha lasciato alla sua storica segretaria, Germana Chiodi, 75 milioni di euro, ossia la metà dei suoi risparmi. Ai 5 nipoti dell’imprenditore, Fabrizio e Andrea (figli del fratello Claudio) e ai tre figli di Giuseppe Caprotti è destinata l’altra metà dei conti correnti e titoli di Bernardo, vale a dire 15 milioni a testa. Sono queste le cifre riferite all’ANSA da fonti vicine alla famiglia dopo che l’esecutore testamentario Stefano Tronconi ha verificato la consistenza dei risparmi.
Sui conti del fondatore di Esselunga, presso Deutsche Bank e Credit Suisse, risultano quindi esserci 150 milioni di euro. Che la metà fosse destinata alla segretaria, diventata poi dirigente e già destinataria, tre anni fa, di una donazione di 10 milioni di euro, Bernardo Caprotti lo ha stabilito nel suo testamento. Alla donna, oggi 68enne, in pensione dal 2008 e presente ancora in azienda come consulente, il patron di Esselunga ha lasciato due quadri di valore e l’archivio aziendale. “Germana custodisce il ricchissimo archivio che narra anche le molte dolorose vicende familiari oltre che aziendali”, recita il documento con le ultime volontà dell’imprenditore, dove viene citata la Chiodi: “A lei voglio esprimere la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto che mi ha prestato nel corso degli anni”. Ora i 75 milioni verranno tassati all’8% (a tanto ammonta l’imposizione per chi non ha legami di parentela col defunto), mentre Andrea e Fabrizio Caprotti, figli di Claudio – che col fratello Bernardo condivise l’inizio dell’avventura imprenditoriale nei supermercati – vedranno i 30 milioni a loro destinati gravati da un’aliquota del 6%. Più leggero il fisco per i nipoti più giovani, i tre figli di Giuseppe Caprotti, parenti in linea diretta: per loro (45 milioni in tutto) l’imposta di successione si ferma al 4 per cento.
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