di PAOLO OROFINO – Dopo trent’anni e dopo due precedenti archiviazioni, l’inchiesta sul caso Bergamini questa volta pare proprio vicinissima ad una svolta in senso accusatorio. La Procura di Castrovillari ha terminato una lunga e complessa attività investigativa, raccogliendo gli ultimi elementi per decidere. E nei prossimi giorni potrebbero esserci clamorosi sviluppi. Gli indiziati, a vario titolo, sono tre. Al momento.
L’inchiesta ter sulla morte del calciatore del Cosenza Denis Bergamini, un anno e mezzo fa, ha potuto proseguire grazie agli esiti della superperizia disposta dai pm di Castrovillari: i risultati del nuovo esame autoptico eseguito sulla salma riesumata del calciatore non collimavano con l’ipotesi del suicidio di Bergamini. Ipotesi che era stata ritenuta valida nelle due antecedenti inchieste, che per questo furono archiviate.
“L’exitus del signor Donato Bergamini è attribuibile, con elevato grado di probabilità, alle lesioni da scoppio causate dallo schiacciamento addomino-perineale con conseguente eviscerazione degli organi e rottura di vaso arterioso, a sinistra, in soggetto in liminae vitae, già morto per asfissia meccanica”. Questo è il passaggio fondamentale della superperizia, eseguita con metodologie moderne, le cui sorprendenti conclusioni sono state anticipate dal Quotidiano del Sul nell’ottobre del 2017.
Tale esito, ovviamente, ha dato linfa alla riapertura dell’indagine, inducendo la Procura di Castrovillari a svolgere tutta una serie di approfondimenti investigativi, anche complessi, trattandosi di un caso ripreso dopo quasi un trentennio.
Denis Bergamini, infatti, morì il 18 novembre del 1989, sulla statale 106 jonica, all’altezza di Roseto Capo Spulico (Cs). Denis, sulla base della testimonianza dell’allora fidanzata, fu dichiarato morto per suicidio: si sarebbe buttato sotto un camion in transito, dopo essere sceso dalla sua auto, su cui stava viaggiando con la fidanzata. Anche la deposizione del camionista coinvolto non portò a ricostruzioni alternative. I pm della Procura del Pollino hanno eseguito, tra l’altro, decine di interrogatori, ascoltando anche persone, prima mai convocate.
Il risultato della superperizia, se da un lato ha indebolito l’ipotesi del suicidio del calciatore del Cosenza, dall’altro ha rafforzato una precedente perizia del Ris di Messina, svolta nel 2012, nel corso della seconda inchiesta sul caso. I risultati di alcuni accertamenti del Ris risultarono incompatibili con l’ipotizzato suicidio di Bergamini.
I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche, dopo specifiche simulazioni, dissero, in sostanza, che se il calciatore, si fosse buttato sotto il camion in transito, le scarpe, la catenina e l’orologio indossati avrebbero dovuto subire danni da strisciamento sull’asfalto. Al contrario, invece, gli oggetti menzionati, trovati addosso al cadavere, erano tutti pressoché intatti.
Tutti i dettagli della evoluzione investigativa verranno comunque resi noti a breve.
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