di SERGIO TRASATTI/ La Commissione parlamentare su Emanuela Orlandi, le indagini in Vaticano, la nuova inchiesta aperta dalla Procura di Roma sulla cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 e la morte di Andrea Purgatori. Di questo e altro ha parlato Pietro Orlandi a “Gazzetta Ladra” su Radio Cusano Campus. Il fratello di Emanuela Orlandi, al microfono di Fabio Camillacci e Lorenzo Capezzuoli Ranchi, ha detto: “La decisione di ritirare fuori la vecchia storia di mio zio è un chiaro segnale che la macchina del fango contro di me e la mia famiglia si è messa in moto. C’è la volontà da parte di qualcuno in Vaticano, di allontanare il più possibile qualsiasi tipo di responsabilità interna spostando il tiro sulla mia famiglia. Il loro obiettivo è chiaro: impedire la partenza della Commissione parlamentare d’inchiesta. E la cosa più imbarazzante è che sia la Procura di Roma che la Procura vaticana stanno lavorando su questa pista familiare nonostante io abbia consegnato al Procuratore vaticano Alessandro Diddi documenti veramente importanti; e lo stesso memoriale è stato consegnato anche alla Procura di Roma.
Parole dure, durissime quelle di Pietro Orlandi. Il fratello di Emanuela, infatti, ha aggiunto: “Sembra una barzelletta quello che stanno facendo, non sembrano persone all’altezza di occuparsi di questa vicenda. Quindi io non mi fido più né della Procura di Roma, né di quella vaticana. L’unica speranza a questo punto è che possano partire presto i lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta. Questa Commissione loro non la vogliono perché non possono controllarla, non possono controllare 40 parlamentari, 20 deputati e 20 senatori. E non è un caso che questa Commissione parlamentare stia trovando tanti ostacoli”.
Il ricordo di Andrea Purgatori. Sulla morte del grande giornalista, Pietro Orlandi ha detto: “In questi giorni ho perso un grande amico come Andrea Purgatori che avrebbe fatto parte della Commissione parlamentare come consulente esterno. Lo vidi l’ultima volta il 6 giugno quando i senatori dubbiosi vollero ascoltare alcune persone per valutare il caso e Purgatori fece uno straordinario intervento mettendo a tacere coloro che ancora avevano dei dubbi ed erano contrari all’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta su Emanuela Orlandi. In particolare due senatori e lo stesso Procuratore vaticano Alessandro Diddi che ancora oggi sta facendo di tutto per non far partire la Commissione”.
La chiosa sulle minacce. Pietro Orlandi ha concluso dicendo: “Comunque sappiano che io non mi fermerò mai, andrò sempre avanti anche se dovessero ripetersi episodi intimidatori come il taglio delle gomme della mia auto o come la lettera di minacce arrivata a casa di mia madre qualche mese fa in cui c’era scritto ‘pagherai per tutto il male che hai fatto e le cose che hai detto’. Lettera minatoria che abbiamo ricevuto dopo le mie parole su Giovanni Paolo II”.
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