I catalani sono spaccati più che mai in due: ieri è stato il giorno della protesta dei separatisti contro il pugno duro del governo di Madrid; oggi è il giorno degli unionisti, che ribadiscono la volontà di continuare a far parte a tutti gli effetti della Spagna. Infatti in testa al lungo corteo che si snoda nel cuore di Barcellona (un milione di persone secondo gli organizzatori, 300 mila persone secondo fonti della polizia urbana) punteggiato da una selva di bandiere catalane e spagnole spicca uno striscione con le parole “Essere catalani è un orgoglio. Essere spagnoli è un onore”. Ma tanti anche i cartelloni in cui si chiede la destituzione del presidente della Catalogna, Carles Puigdemont.
Il corteo degli unionisti catalani a Barcellona replica in sostanza quello degli unionisti spagnoli di ieri a Madrid, quando il governo spagnolo ha formalizzato nella Gazzetta ufficiale la rimozione di Puigdemont e del Govern, lo scioglimento del Parlament, la convocazione di elezioni il 21 dicembre, il licenziamento in massa di oltre 150 alti funzionari catalani e l’assunzione di competenze e poteri di Puigdemont nelle mani della vicepremier spagnola Soraya Saenz de Santamaria.
Intanto circola voce che l presidente destituito della Catalogna potrebbe chiedere asilo al Belgio. “Non è stata presentata ancora nessuna domanda, ma le cose evolvono rapidamente. Vedremo”, ha detto il segretario di Stato belga all’Asilo e alla Migrazione, Theo Francken, ripreso dai media belgi. “Quando vediamo la situazione, la repressione da Madrid e le condanne che si rischiano, ci si può domandare se ci sarà un processo equo”, ha spiegato Francken, sottolineando tuttavia che se dovesse verificarsi un simile scenario “ci metterebbe in una posizione diplomatica delicata con la Spagna”.
Ma come si comporterebbero i catalani nelle elezioni anticipate indetto per il 21 dicembre dal governo di Madrid? Secondo un sondaggio di Sigma Dos, pubblicato stamane da El Mundo, i partiti indipendentisti catalani potrebbero perdere la maggioranza assoluta del Parlamento catalano, anche se il margine sottile tra le due parti prevede una campagna fortemente combattuta.
Agli indipendentisti andrebbe il 42,5% dei voti, pari a 61-65 seggi mentre la maggioranza nell’assemblea catalana è di 68. Gli unionisti invece otterrebbero il 43,4% dei seggi. Nelle ultime elezioni del 2015, i separatisti vinsero con il 47,7% dei voti conquistando 72 seggi.
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