Le indagini di periti che saranno nominati dalla Procura di Catania, diretta da Carmelo Zuccaro, cercheranno di capire l’esatta dinamica dell’esplosione al piano terra della palazzina di via Garibaldi che ha provocato ieri sera la morte dell’uomo che viveva in quella casa e di due vigili del fuoco e il ferimento grave di due loro colleghi. Al momento l’unica certezza è che l’esplosione è avvenuta dall’interno verso l’esterno, come dimostra anche la porta d’ingresso, che la deflagrazione ha fatto volare per alcuni metri prima di cadere su un’auto posteggiata.
La squadra dei pompieri, con 5 uomini in servizio, era arrivata su segnalazione di una fuga di gas di un vicino, che ha poi avrebbe detto di avere visto un vigile del fuoco azionare una motosega. Ma anche se l’avesse usata non è detto che le scintille abbiamo causato l’esplosione perché, comune si è detto, questa è avvenuta dall’interno verso l’esterno. E’ più probabile che la causa sia da ricercare dentro la casa dopo la squadra mobile ha trovato e sequestrato tre bombole di gas Gpl.
Comunque sulla base di quella testimonianza è per ora indagato per disastro colposo e omicidio colposo plurimo Marcello Tavormina, 38 anni, capo della squadra dei vigili del fuoco intervenuti in via Garibaldi. La motivazione: “una cattiva valutazione dei fatti”. Ma potrebbe anche essere “un atto dovuto” per poter svolgere ad ampio raggio l’inchiesta.
Del pensionato che potrebbe aver causato l’esplosione di cui è rimasto vittima lui stesso i vicini dicono che “era una brava persona cordiale con tutti”. Uno ricorda che “un ragazzo che si è fatto aggiustare la bici diceva che la vittima si lamentava perché era malato. Il dottore gli aveva dato 4 giorni di vita. Diceva ‘che campo a fare?…”.
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