Un programma di spionaggio telematico, creato da un’azienda italiana che lavora per le forze dell’ordine, avrebbe intercettato per errore alcune migliaia di persone. Lo scrive, nel suo blog ufficiale, la società Security without borders, che in collaborazione con Motherboard ha effettuato la scoperta. Sotto accusa c’è un malware, dal nome Exodus, che è stato programmato dalla società calabrese eSurv che produce soluzioni per la sorveglianza e che, con tutta probabilità, è stato diffuso per errore sul Play Store di Google.
Le persone involontariamente intercettate lo hanno scaricato, senza rendersene conto, da applicazioni ottenibili gratuitamente. Exodus è in grado di effettuare numerosissime operazioni sul telefono della vittima, perché studiato appositamente per spiare i criminali. Può registrare le telefonate, l’audio ambientale, così come copiare gli sms e i numeri di telefono in rubrica e leggere la posizione attraverso il gps.
”Riteniamo – spiegano gli autori della ricerca- che questa piattaforma spyware sia stata sviluppata da una società italiana chiamata eSurv, di Catanzaro, che opera principalmente nel settore della videosorveglianza. Secondo informazioni disponibili pubblicamente sembra che eSurv abbia iniziato a sviluppare spyware dal 2016′‘. Secondo l’analisi effettuata sul malware, ”Exodus è dotato di ampie capacità di raccolta e di intercettazione. È particolarmente preoccupante che alcune delle modifiche effettuate dallo spyware potrebbero esporre i dispositivi infetti a ulteriori compromissioni o a manomissioni dei dati”.
In seguito alla scoperta, Security without borders ha segnalato a Google la presenza dello spyware, che è stato rimosso in tutte le sue varianti, circa 25. Una volta eliminate dallo store le app, la società americana ha dichiarato in una comunicazione via email che “grazie a modelli di rilevamento avanzati, Google Play Protect sarà ora in grado di rilevare meglio le future varianti di queste applicazioni”.
Al contrario, però, Google non ha condiviso con i ricercatori il numero totale di dispositivi infetti, ma ha confermato che una di queste applicazioni pericolose ha raccolto oltre 350 installazioni attraverso il Play Store, mentre altre varianti hanno raccolto poche decine ciascuna, e che tutte le infezioni sono state localizzate in Italia. ”Abbiamo direttamente osservato molteplici copie di Exodus con più di 50 installazioni e possiamo stimare approssimativamente che il numero totale di infezioni ammonti a diverse centinaia, se non un migliaio o più”, si legge nella ricerca. (fonte: Adnkronos)
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