di NUCCIO FAVA* – In effetti a prevalere è soprattutto” il forse”, specie tra i tanti elettori che dovranno eleggere il successore di Mattarella . E’stato largamente maggioritario il forse nelle votazioni per il Quirinale e, anche questa volta, non dovrebbero esserci eccezioni. Nessuno si meraviglia per questa vigilia piena di incertezza, nonostante Berlusconi l’abbia sparata grossa annunciando ancora una volta la sua discesa in campo senza dubbi sull’esito finale vittorioso. Anche tra i giornalisti
quirinalisti più esperti è parsa formulata in modo eccessivo, senza problematicità alcuna, mentre tutto sembra ancora in alto mare.
Si scherza nei corridoi sulle formulette che potrebbero essere utilizzate sulla scheda del voto ricordando forse la più famosa rivolta ad Amintore Fanfani, pluricandidato al Quirinale e mai eletto. La battuta in questione era: I Amintore nano, maledetto non sarai mai eletto. Questa volta però il possibile destinatario riguarderebbe il gran potente padrone delle ferriere Silvio Berlusconi, già sovraccarico di soprannomi e di svariate denominazioni non solo politiche ma anche sentimentali e giudiziarie . Nel suo caso, sempre secondo la sicumera dello stesso interessato, niente potrebbe fermarlo in quanto la sua non ascesa al più alto colle di Roma comporterebbe l’uscita dalla maggioranza di governo dell’intero centrodestra.
Se si può fare una osservazione di metodo e sicuramente di stile l’uscita così categorica di Berlusconi può nascondere una grande insicurezza e viene esplicitata mentre il presidente del Consiglio approfondisce le scelte e i provvedimenti nella conferenza stampa che riguardano le decisioni del governo a cominciare dall’enorme problema della scuola che comunque deve restare aperta.
A moltissimi km di distanza, con un’aria di sicurezza simile che rasenta la provocazione, il grande tennista serbo Djokovic, abituale vincitore di tutti i principali tornei in giro per il mondo e su ogni tipo di campo da gioco, ha piantato nella lontana Australia una grana enorme non ancora completamente risolta per sostenere in modo truffaldino di possedere i requisiti sanitari e di cura per avere diritto a partecipare agli Australian open nei prossimi giorni. Nella vicenda c’è stata improntitudine e inadeguatezza da parte delle autorità sanitarie e del governo australiano con una imbarazzante serie di errori che rischiano di favorire l’arroganza del tennista serbo. C’è un evidente contrasto di interessi tra le autorità statali e i dirigenti sportivi organizzatori della manifestazione, ma quella che emerge è la protervia di Djokovic che vorrebbe ad ogni costo vincere l’importante torneo dopo le ultime due sconfitte subite alle Olimpiadi di Tokyo e di Torino.
Non è chiaro come andrà a finire e certo può apparire eccessivo l’accostamento di avvenimenti e protagonisti così lontani. L’arroganza e lo spirito di potenza però hanno sempre forti punti di contatto e mostrano comunque atteggiamenti e modus vivendi nella politica e nella vita della società specie riguardo ai giovani e al loro modo di vivere lo sport come importante fattore di formazione e di crescita nella lealtà e nel rispetto reciproco.
*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1 e del Tg3 , responsabile delle Tribune politiche Rai e coordinatore delle trasmissioni Rai sul Giubileo del 2000.
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