C’è un nuovo modo di vincere le volate: sorridendo e mostrando la linguaccia ai fotografi. Il dominio di Marcel Kittel passa anche attraverso pose e gesti. Quando trionfava negli sprint di Belfast e Dublino, Giro 2014, si accasciava in terra cercando l’aria con le fauci spalancate. Adesso il sosia di Ivan Drago si concede sgasate micidiali, scava solchi incolmabili e lascia ai rivali solo angolini nelle foto al traguardo (foto Gazzetta dello Sport). Tutti diventano minuscoli di fronte al gigante tedesco. Le prime due tappe in linea del Giro dovevano essere l’arena di una grande lotta tra i velocisti, ma a Nijmegen e Arnhem non c’è stata partita. Ora l’unico interrogativo è: chi può superare il missile della Etixx? Il grande battuto d’Olanda è stato André Greipel. Nella lotta tutta tedesca con Kittel ha rimediato un secco 2-0 e non si è mai visto neanche spalla a spalla con il connazionale: quindicesimo sabato, Mcewen. Che fine ha fatto il dominatore del Tour 2015? Su arrivi adatti alle sue caratteristiche, si è semplicemente sciolto sotto il sole olandese. Ha detto di essersi messo alle spalle la peggior primavera della sua carriera e di aver ritrovato la condizione: dovrà dimostrarlo nelle cinque chance che restano (le volate di Benevento, Foligno, Bibione, Cassano d’Adda e Torino).
Gli altri protagonisti del Giro 2016. Kristian Sbaragli, Sonny Colbrelli e il debuttante Jakub Mareczko non sono ancora riusciti a pungere, la nuova promessa Caleb Ewan non è pervenuta. L’australiano tascabile ha sbancato in gennaio il Tour Down Under, impressionando per i suoi sprint sui pedali, con la testa schiacciata contro il manubrio. È al Giro per guadagnare i titoli di erede di McEwen, ma non è riuscito ancora a centrare la top 5. Risalgono Elia Viviani e Giacomo Nizzolo: a Nijmegen erano rimasti nelle retrovie (rispettivamente 13° e 10°), stavolta sono saliti sul podio. È vero, non sono riusciti a dare fastidio a Kittel, ma su arrivi più complicati, come quello di Benevento, hanno ancora carte da giocare. Niente da fare neanche per Sacha Modolo. Al giro 2015, con il “mini-trenino” formato da Richeze e Ferrari, aveva trionfato a Jesolo e Lugano. In Olanda (3° a Nijmegen, ma 49° ad Arnhem) si è inchinato all’Apollo tedesco dicendo: “È forte e ha la squadra più forte”. In effetti, l’Etixx è uno dei pochi team al Giro interamente votati al suo velocista. L’altro “treno” è quello targato Fdj per Arnaud Demare. Il vincitore della Sanremo ha ammesso di essersi lasciato sorprendere ieri, mentre oggi è stato messo fuorigioco da una caduta ai -10 km. Ma la battaglia prosegue. E finalmente martedi, dopo il lunedi di riposo, il Giro d’Italia ripartirà dal Belpaese con la quarta tappa Catanzaro-Praia a Mare di 200 chilometri.
Commenta per primo