Vince, un po’ a sorpresa, un film con una idea forte e moderna come ‘Perfetti sconosciuti’ di Paolo Genovese che, non a caso, conquista anche il premio per la migliore sceneggiatura. Ma a sbancare in questa 60/a edizione dei David è sicuramente un film fresco e surreal-fantasy come è ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’, opera prima di Gabriele Mainettiche conquista non solo la statuetta come miglior regista esordiente, ma anche altre sei premi. Ovvero quelli andatia tutta la squadra degli attori protagonisti e non protagonisti: Claudio Santamaria e Ilenia Pastorelli e ancora, come non protagonisti, Luca Marinelli e Antonia Truppo.
Stesso risultato per ‘Il racconto dei racconti-Tale of Tales’, di Matteo Garrone che conquista la miglior regia e poi sei statuette tecniche: miglior fotografia, andato a Peter Suschitzky; scenografia a Dimitri Capuani e Alessia Anfuso; i costumi a Massimo Cantini Parrini, che dedica il premio a Ettore Scola. E ancora per Garrone miglior trucco e acconciatura e effetti digitali. Delusione sicuramente per Claudio Caligari che, nonostante le sedici candidature ottenute da ‘Non essere cattivo’, ottiene solo il premio per miglior fonico di presa diretta.
E ancora peggio va a Fuocoammare di Gianfranco Rosi, unico film in lizza con un tema forte come quello dell’emigrazione che dopo aver conquistato il Festival di Berlino con l’Orso d’oro nel proprio paese non si porta a casa nulla (aveva quattro candidature). Infine la musica è di Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino che conquista miglior canzone e colonna sonora. E questo in una serata nel segno del rilancio del premio voluto da Sky e con un red carpet rinnovato e ricco e, infine, con la conduzione in prima serata del tonico e davvero divertente Alessandro Cattelan. Insomma alla 60/a edizione l’Oscar italiano rilancia e cerca di fare il miracolo: rendere meno noiosa la cerimonia dei premi. E ci riesce sia con gli esilaranti teatrini pre-cerimonia, tra Cattelan e Sorrentino, e poi appunto con una conduzione di un Cattelan in grande forma che si permette una battuta cult rivolta a Rondi: “Siate brevi – dice ai premiati – con i vostri commenti. Rondi ha 94 anni e vorrebbe arrivare a vedere il vincitore”.
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