«La nostra ambizione deve essere dare al Paese un governo di sinistra, laico, repubblicano e moderno e non solo una buona sinistra». Con una lettera aperta Pippo Civati lancia “Possibile”, suo nuovo soggetto politico. «Il 21 giugno presenteremo questo percorso a Roma. Avremo sede a Roma, ma vi chiediamo di organizzarvi localmente. “Possibile” nasce dal basso – spiega – Sarà un movimento di autonomia: il minimo di burocrazia, un’adesione leggera e partecipativa, orizzontale. Proporremo ai nostri compagni di viaggio alcuni referendum». La tesi di Civati è che «la sinistra manca non nel senso che non c’è ma che si è divisa, dispersa, è rimasta a casa, non si sente ‘chiamata’ da nessuno» spiega Pippo Civati. Per questa ragione “Possibile” nasce come una proposta di governo non solo per il futuro ma per il presente. Una proposta a chi a sinistra non si sente rappresentato e a quei movimenti che sono già organizzati ma attualmente sono divisi tra mille sigle e mille rivalità: per innovare la sinistra come qualcuno ha innovato il centro e la destra. Non alla ricerca di una identità, ma dei valori che la distinguono e la contraddistinguono.
«Il movimento – sostiene Civati – avrà il volto di quelli come Luca Pastorino. Fresco e però rigoroso, determinato ma mai arrogante. Legato al suo tempo e ai valori antichi della politica». L’idea è costruire un “social e political network” che coniughi “innovazione e tradizione”, per una “ricomposizione” a sinistra che non segua “le strade, poco fortunate”, di chi in passato ha tentato di “costruire partiti a sinistra”, ma prenda “il meglio dalle esperienze vincenti (come quelle sui beni comuni del 2011) per andare oltre”.
«”Possibile” nasce dal basso, come la Repubblica che festeggiamo oggi – scrive Civati nella sua lettera aperta -. E infatti intendiamo proporre ai nostri compagni di viaggio – alle sigle già note, ai movimenti meno conosciuti, alle forze civiche – alcuni referendum, perché la nostra ossessione è restituire al popolo la sovranità, scardinando una visione verticistica della società. Ad esempio, i quesiti possono intervenire sulla legge elettorale (anzitutto per togliere di torno i nominati e i vincitori a prescindere), sullo sblocca-Italia, per garantire la concorrenza (concessioni autostradali) e la riconversione ecologica dell’economia (trivelle), sul Jobs Act e la riforma della scuola. Oltre che sulla legalizzazione della cannabis». Quanto alla struttura, “Possibile” «sarà organizzato con uno statuto che riconosca e garantisca il ruolo di chi partecipa in ogni momento decisionale ad ogni livello. Il simbolo (con due uguale bianchi su sfondo rosso, ndr) dice che vogliamo lottare contro le disuguaglianze. Il colore ci ricorda che ci vuole passione, che l’indignazione conta ma non è sufficiente. Il nome ci dice che ci sono sempre alternative nella vita. Il 21, il primo giorno d’estate, presenteremo questo percorso a Roma – annuncia – La settimana successiva invitiamo tutti coloro che sono interessati a incontrarsi nella loro città per capire chi ci può stare. E da dove si può ripartire. E a metà di luglio ci confronteremo in un luogo ospitale e accogliente, come sa chi ha partecipato ai nostri Camp degli anni passati. E lo decideremo insieme».
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