di SERGIO TRASATTI/ Nella festività dell’indipendenza dal controllo britannico, in diverse città dell’Afghanistan gruppi di persone hanno sfidato i talebani, protestando contro il loro ritorno al potere. Come il giorno precedente, le sporadiche manifestazioni sono state represse con violenza, causando vari morti. I gruppi hanno sfilato sventolando la bandiera nazionale, o tentato di sostituire quelle bianche issate dai talebani nei luoghi conquistati. Scene drammatiche all’aeroporto di Kabul con madri che lanciavano i loro figli oltre il filo spinato nella speranza che qualcuno li mettesse in salvo.
La riunione internazionale. I ministri degli Esteri del G7 si sono riuniti e hanno lanciato avvertimenti e moniti agli estremisti islamici. Hanno chiesto: il rispetto dei diritti di ogni persona, negoziati inclusivi sul futuro del Paese, la protezione dei civili, lo stop alle rappresaglie violente e che il Paese non diventi base di una minaccia terroristica alla sicurezza internazionale.
Tensione sempre più alta. A Kabul, una carovana di auto ha sfilato vicino all’aeroporto, da giorni preso d’assalto da afghani che sperano di fuggire, sventolando le bandiere nazionali nere, rosse e verdi, ormai diventate simbolo di resistenza. Nella provincia di Nangarhar, un dimostrante è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco. Mentre a Khost i talebani hanno imposto un coprifuoco di 24 ore dopo aver represso una protesta. Infine, a Jalalabad gli estremisti hanno aperto il fuoco sulla folla, che ha abbassato la bandiera talebana. Si parla di un morto. Ma il bilancio delle vittime è destinato a salire.
Commenta per primo