Negli Stati Uniti la elezione del presidente avviene con un sistema di secondo grado: il voto dei cittadini, cioè, determina in ciascuno dei 50 stati degli Usa la scelta dei 538 “grandi elettori” che poi nomineranno il presidente. 538 è la somma dei 100 senatori, dei 435 deputati che compongono il Congresso americano, e dei 3 rappresentanti del District of Columbia, dove si trova la capitale Washington.
Ogni stato elegge un numero di grandi elettori proporzionato aIla sua popolazione e il candidato alla presidenza che vince in uno Stato si aggiudica tutti i grandi elettori di quello stato. Per diventare presidente bisogna ottenerne almeno 270. Trump ne ha conquistati 276.
Il parlamento. Gli americani non hanno votato soltanto per il presidente ma anche per i 435 seggi della Camera (che si rinnova totalmente ogni due anni), per 34 senatori (perché il Senato – che si compone di 100 membri – si rinnova appunto per un terzo ogni biennio: i repubblicani avevano la maggioranza in entrambe le Camere e, a quanto risulta, l’hanno mantenuta oggi), per rinnovare 12 governatori su 50. Inoltre in 8 stati si è votato sulla legalizzazione della marijuana e in 4 stati per innalzare il salario minimo. La California, infine, ha votato sulla Proposition 60: un’iniziativa per imporre l’uso dei preservativi e di altre «misure protettive» sui set dei film porno.
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