COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI/ Il Tavecchio che avanza resiste nonostante il flop Mondiale: esonera Ventura e promette Ancelotti. Tommasi: “Se non si dimette, difficile ripartire”. Ricca buonuscita per l’ex ct

di FABIO CAMILLACCI/ Il problema non è l’Italia fuori dai Mondiali, il problema è avere una simile classe dirigente nel nostro calcio. Ci sono modi e modi di perdere, ma, stavolta la Figc, Tavecchio e Ventura hanno perso la faccia. Il teatrino post Italia-Svezia è stato degno di un film da commedia all’italiana. Una pena. Ventura che invece di presentarsi ad annunciare le dimissioni davanti a microfoni e telecamere, sparisce e riappare solo perchè obbligato dai delegati e dalle norme FIFA che impongono all’allenatore di parlare al termine delle partite. Parla da ex ct, saluta tutti i calciatori ma non dice nulla: cioè se si dimetterà o se verrà esonerato. E’ palese il suo pensiero alla buonuscita ma Gian Piero Ventura in tal modo perde come tecnico e come uomo. Tavecchio dal canto suo, invece di dimettersi per la disfatta, annuncia: “Mi prendo 24-48 ore di riflessione”. Alla fine, a metterci la faccia tocca ai “senatori” della squadra azzurra, su tutti: Buffon e le sue commoventi lacrime e il grintoso De Rossi. Questo teatrino credo dica già tutto sul momento vero del calcio italiano: l’uscita dal Mondiale infatti passa in secondo piano rispetto a certi comportamenti. E purtroppo questo è solo il Capitolo I della sceneggiata all’italiana, andato in scena lunedi 13 novembre.

Mercoledi 15 novembre: Capitolo II della commedia degli equivoci. Dopo aver riflettuto per due giorni, Carlo Tavecchio, ovvero il Mr. Magoo del calcio italiano, sfodera un altro colpo di classe e al termine di un vertice in Figc proclama: “Ho parlato con Ventura e gli ho comunicato che non abbiamo più necessità della sua collaborazione e dei suoi servizi, quindi da oggi non è più l’allenatore della Nazionale, abbiamo anche pensato ad altri allenatori importanti e vedremo di portare a termine questo percorso. Ho convocato un Consiglio Federale per lunedì 20 novembre per esporre un programma tecnico organizzativo e un programma che preveda una collaborazione con altre Leghe”. Quali Leghe presidente? Quella di A e quella di B da tempo senza una governance e commissariate, cioè controllate dalla Federcalcio? Poi non stupiamoci se non andremo al Mondiale. Il “bulgaro” Tavecchio peraltro ha incontrato la stampa all’esterno della sede della Federazione in via Allegri a Roma, limitandosi al proclama di cui sopra, cioè senza rispondere a nessuna domanda dei giornalisti presenti. Senza parole.

Ventura tranquillo: buonuscita di 850 mila euro. Ricapitoliamo: Carlo Tavecchio esonera Gian Piero Ventura, ma non si dimette. Nessun terremoto politico, quindi. Paga solo il ct, si fa per dire visto che intascherà tutto quello che la Federcalcio gli deve da contratto, cioè circa 800.000 netti. Quello che avrebbe guadagnato fino a giugno se fosse rimasto. Il rinnovo fino al 2020 (altra genialata arrogante di Tavecchio), infatti, è stato annullato da una clausola: rinnovo cancellato in caso di eliminazione dai Mondiali.

Ancelotti nel futuro? Si mormora che sia Carletto Ancelotti l’asso nella manica del prode Tavecchio. Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti (potente grande elettore di Tavecchio) e vicepresidente vicario Figc, però dichiara: “Ancelotti prossimo c.t.? Assolutamente, non se n’è parlato”. Al vertice c’erano anche gli altri due rappresentanti delle componenti federali, Gravina e Nicchi. Quest’ultimo invece di preoccuparsi di questo gravissimo momento di crisi si limita a dire: “Noi arbitri italiani a Russia 2018 ci andremo”. Incredibile, per la serie: come accade un po’ in tutti i settori d’Italia, pure nel calcio ognuno pensa al proprio orticello invece che al bene comune.

Lo sdegno di Damiano Tommasi e la conversione del comunista Ulivieri. Ecco per esempio un uomo bravo, competente e onesto che farebbe bene come presidente federale. Il primo a lasciare la riunione durata due ore, in polemica con Tavecchio, il Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Tommasi è netto: “Volevo si ripartisse da zero, era l’unica cosa che mi interessava. Il Presidente Federale ha detto che non si dimetterà, mentre gli altri non hanno preso alcuna posizione. Dobbiamo passare dalle elezioni. Il calcio italiano ha bisogno di qualcosa di diverso”. Mentre Renzo Ulivieri, Presidente dell’Assoallenatori, difende Tavecchio a spada tratta e attacca il presidente del Coni Malagò che aveva detto, “se fossi in Tavecchio mi dimetterei”. Secondo Ulivieri: “Il Coni non può chiedere nulla Malagó è stato molto inopportuno nella sua intervista di ieri. Io non lo riconosco più come mio capo. La cosa mi è garbata poco. Il presidente federale si è detto disponibile ad andare avanti e adesso verrà in Consiglio federale per vedere se ha la fiducia”. Ma come? Ulivieri, il vecchio “Renzaccio” toscanaccio sanguigno da sempre contestatore comunista, ora parla come uno di quel “Palazzo” che anni fa voleva abbattere? Venghino signori venghino: benvenuti al Circo Barnum del calcio italiano.

 

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