È pieno di stelle il cielo sopra Berlino, stelle brillanti che si rispecchiano in quello che è diventato il “Sogno dalle grandi orecchie”, e tale resta per la Juventus. La nuvola di coriandoli che avvolge il grande Xavi (all’ultima apparizione con la maglia del Barcellona) mentre solleva il trofeo della vittoria è di colore rosso e blu, ma la Juventus si è dimostrata degna avversaria contro una compagine che si sapeva più forte, ma che pure è riuscita a mettere in difficoltà.
Inizia subito a favore dei catalani la gara, che vanno repentinamente in vantaggio con Ivan Rakitic, forse l’uomo più prezioso nello scacchiere tattico di Luis Enrique, i bianconeri accusano il colpo e sono tenuti in partita dalle parate del solito Gigi Buffon, anche se qualche occasione pure la creano. La ripresa pare non portare novità, ma poi Alvaro Morata, l’uomo della provvidenza di questa campagna europea juventina, trova il pareggio e il match sembra cambiare. È una illusione, però, nel momento di maggiore spinta italiana e di paura catalana, un lampo, un contropiede dal beffardo sapore italico, porta Lionel Messi al tiro, Buffon respinge come può, ma in agguato c’è El Pistolero Luis Suarez, che non perdona. Con molto orgoglio Andrea Pirlo, anch’egli come Xavi all’ultima partita (probabilmente), e compagni provano a sovvertire il destino, non ci riescono, con la rete di Neymar in pieno recupero buona solo a rimpinguare il bottino stratosferico dei “tre marziani”.
Il triplete, con la Coppa, prende la strada della Catalogna, non si muove dalla Spagna dopo la vittoria della scorsa stagione del Real Madrid, ma la Juventus non è stata inferiore, inchinatasi solo alla forza del grande attacco blaugrana. Gli italiani hanno dimostrato all’Europa e al Mondo che il calcio italiano, nonostante tutte le sue difficoltà, c’è ancora, può essere ancora competitivo, il solco è tracciato: contro qualsiasi altra squadra i ragazzi di Max Allegri sarebbero partiti almeno alla pari, lo sono stati anche contro otto undicesimi di questo Barcellona, inchinandosi solo al loro attacco, nonostante un Messi a sprazzi, l’attacco della squadra, al momento, più forte del mondo. La Juventus ha fatto il massimo, dimostrando di essere, ora, veramente la vessillifera del calcio italiano. Come ogni partita di finale, alla fine si mescolano le lacrime dei vincenti con quelle degli sconfitti, ma non deve essere triste, il popolo juventino: solo orgoglioso dell’orgoglio della loro squadra, uscita dal teatro dei sogni a testa alta, con la promessa di ritornare al più presto a rigiocarsi la “Coppa dalle grandi orecchie”.
Raffaele Ciccarelli
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