“Il piano anti-evasione non può essere toccato né smantellato perché ho iniziato con un Movimento che gridava onestà e continuerà ancora a gridare onestà e tutte le altre forze politiche devono essere univocamente orientate: dobbiamo fare squadra, chi non la pensa così è fuori dal governo”. Così Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti ad Eurochocolate, in corso a Perugia.
“Questo è un governo che è orientato ad abbassare la pressione fiscale complessiva per tutte le categorie: se qualcuno pensa che stiamo qui ad aumentare le tasse, si sta sbagliando. Io sono stato il presidente del Consiglio che ha portato al 15% l’aliquota per le partite Iva, l’obiettivo è continuare ad abbassarle e quest’anno abbiamo dedicato attenzione ai lavoratori dipendenti col taglio del cuneo. Vogliamo continuare in prospettiva anche a guardare alle partite Iva, anche sopra i 65 mila euro, però o si fa a chiacchiere prendendo in giro gli italiani o si lavora con metodo e servono nuove risorse”.
“Il piano anti evasione – ha proseguito Conte – serve anche a questo: non penalizza nessuno, non criminalizza nessuno, ed esponenti del mondo bancario hanno dato disponibilità ad abbassare le commissioni sulla moneta elettronica. Vogliamo favorirla senza criminalizzare chi usa i contanti. Ci aspettiamo di recuperare quei 100 miliardi di evasione e se ci riusciremo daremo una svolta all’Italia”. Dunque, ha ribadito, “il piano anti evasione non può essere smantellato. Ho iniziato il mio percorso politico perchè avevo piena fiducia nel M5s e il M5s ha avuto fiducia in me, e ora abbiamo un contesto favorevole all’emersione del sommerso senza penalizzare nessuno. Chi ha aliquota al 15% può pagare tutte le tasse, è un’aliquota molto bassa”. Gualtieri: abbiamo evitate tasse per 26 miliardi. “Con questa manovra abbiamo evitato oltre 26 miliardi di tasse a carico dei cittadini”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri a margine dei lavori del Fmi. “Abbiamo tutelato il consumo cancellando 23 miliardi di aumento dell’Iva e messo più soldi nelle buste paga dei dipendenti, tagliando di tre miliardi il costo del lavoro. A questi – spiega Gualtieri – vanno aggiunti gli interventi di riduzione del carico fiscale per incentivare gli investimenti.
Conte sul carcere per gli evasori. “Sul piano anti evasione non indietreggio di un millimetro”, ha ribadito il presiente Conte, aggiungendo: “Sul carcere agli evasori andrò fino in fondo”. E ha ripetuto: “Dobbiamo stare sereni tutti per un obiettivo comune, dobbiamo fare squadra. Dobbiamo essere tutti concentrati e determinati. Il Paese ci chiede di lavorare insieme”. Poi, a chi gli chiedeva se lunedì si terrà un vertice di maggioranza sulla manovra, ha risposto: “Ragionevolmente ci ritroveremo, anche per un confronto con le forze politiche: abbiamo approvato la manovra salvo intese ed è bene un momento di confronto per gli ultimi dettagli e per verificare le ultime posizioni delle forze politiche su questi dettagli”. (fonte: Rainews24)
M5s insiste: subito il carcere per evasori. Continuano le pericolose acrobazie dialettiche di Di Maio (il quale continua a fare il Pierino rispetto a Conte e non riesce proprio a trovare il tempo per tacere, e quindi per risparmiarsi pericolose figuracce). Infatti sul blog del M5s è uscito ieri sera il seguente testo: “Siamo soddisfatti che sia stato convocato un vertice di maggioranza per lunedì, come avevamo chiesto”. Inoltre si ripetono le solite rivendicazioni: “Introduzione subito del carcere ai grandi evasori e della confisca per sproporzione; obbligo del pos (per l’uso dei pagamenti con Bancomat e carte di credito, ndr), ma solo dopo aver abbattuto drasticamente i costi su carte di credito e dispositivi; revoca del cambio del regime forfettario per le partite Iva al 15%”. Poi, a proposito della richiesta di abolire l’intervento sulle pensioni con la manovra, il M5S scrive: “Qualcuno oggi continua a sperare nell’abolizione di Quota 100. Presentino (nel testo è scritto “presentassero”) pure emendamenti, tanto i voti in parlamento non ci sono”.
Destra in piazza San Giovanni. Ieri pomeriggio a Roma si è svolta l’annunciata manifestazione della destra a piazza San Giovanni. Nessuna novità da segnalare nei discorsi di Berlusconi, della Meloni e di Salvini: soliti slogan, solita tecnica di attribuire agli avversari e al governo propositi fiscali inesistenti per poterlo apostrofare come “governo delle tasse” o “governo sanguisuga”. E solita balla sul numero dei presenti: “duecentomila” (per la questura erano settantamila).
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