La giornata di Ferragosto – a 5 giorni dalla data fissata per le comunicazioni in Senato del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in risposta alla mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dalla Lega di Salvini – ha riservato qualche sorpresa nella vicenda della crisi di governo.
La prima e più significativa è la lettera aperta che Giuseppe Conte ha scritto (e reso pubblica su Facebook) al suo vice, nonché ministro dell’Interno e segretario della Lega, Matteo Salvini, accusandolo apertamente di “sleale collaborazione”. Sul tema migranti – scrive – c’è stato “un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare”.
«Siamo ormai agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo. Abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi – scrive Conte – e ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo. La tua foga politica e l’ansia di comunicare, tuttavia, ti hanno indotto spesso a operare ‘slabbrature istituzionali’, che a tratti sono diventati veri e propri ‘strappi istituzionali’». E, riferendosi direttamente alla vicenda della nave Open Arms, alla quale Salvini ha rifiutato l’accesso ad un porto per l’accoglienza di 143 migranti salvati al largo della Libia, prosegue:
«Questo è il momento di insistere in direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l’Italia si ritroverà completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via sempre più ingestibile. In definitiva, se davvero vogliamo proteggere i nostri “interessi nazionali”, non possiamo limitarci a esibire posizioni di assoluta intransigenza. Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano.
Il consenso politico a cui ogni leader politico aspira – precisa poi Conte – si nutre della fiducia degli elettori. Ma se non alimentiamo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche si crea un corto circuito e alla fine prevalgono rabbia e disaffezione. Dobbiamo tutti operare per riconoscere piena dignità alle istituzioni che rappresentiamo, nel segno della leale collaborazione. Hai alle spalle e davanti una lunga carriera politica. Molti l’associano al potere. Io l’associo a una enorme responsabilità».
«Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione, riducendolo alla formula ‘porti chiusi’ – conclude Conte -. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi, ma il tema dell’immigrazione è un tema complesso. Va affrontato con una politica di ampio respiro, come ho provato a fare sin dal primo Consiglio Europeo al quale ho partecipato, a fine giugno 2018, evitando di lasciarci schiacciare dai singoli casi emergenziali”.
LA REPLICA DI SALVINI . «Conte ha fatto uno sfogo umorale, io devo rispondere con le leggi: per questo è partita dal Viminale una lettera in punta di diritto» – replica Salvini al termine del Comitato per l’ordine pubblico a Castel Volturno (la località balneare sul litorale casertano, ndr). «Una nave straniera in acque internazionali non si capisce che attinenza abbia con l’Italia. A che titolo chiede l’intervento alle autorità italiane? Qual è la ratio della domanda e della risposta? In silenzio abbiamo fatto scendere chi aveva necessità, senza letterine. Con me i porti sono e rimarranno chiusi ai trafficanti e ai loro complici stranieri. Ed è chiaro che, senza questa fermezza, l’Unione Europea non avrebbe mai mosso un dito, lasciando l’Italia e gli Italiani soli, come ha fatto negli anni dei governi di Renzi e del Pd. La Spagna, stato costiero che ha giurisdizione sulla Open Arms, compreso per ciò che riguarda la tutela dei diritti delle persone a bordo, andrebbe investita della questione posta nella nota».
Poi però la conclusione a sorpresa, che con cui Salvini sembra aprirsi una vita di ritirata: «Secondo me non c’è possibilità. Poi se qualcuno vuole dialogare io sono qua, sono la persona più paziente del mondo e il mio telefono è sempre acceso e in questi giorni squilla parecchio». Un riferimento che sembra la risposta a chi gli chiedeva se ci fosse ancora la possibilità di un’apertura ai 5S.
DI MAIO REPLICA: “Ormai la frittata è fatta” – Ma Di Maio replica duramente: «Salvini ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna!». Poi aggiunge: «Il 20 agosto noi ministri del Movimento 5 Stelle saremo al fianco di Giuseppe Conte in aula per sostenerlo contro la sfiducia della Lega. L’aspettiamo al varco! Ma Salvini ha chiesto anche di sfiduciare il governo stesso di cui fa ancora parte, visto che non si è dimesso. Anche su questo, giorni fa, aveva tuonato ‘siamo pronti a dimetterci tutti, vedrete…’. Sono passati 5 giorni ma stanno ancora tutti lì attaccati alla poltrona… Deve far comodo, evidentemente, avere l’auto blu e i voli di Stato mentre si fa campagna elettorale sulle spiagge!».
Si fa sentire anche l’ex sottosegretario leghista Armando Siri, costretto a dimettersi in seguito all’apertura di una inchiesta giudiziaria per corruzione: «Sono disposto a fare un patto con Di Maio: io gli consegno i miei computer e lui in cambio permette agli italiani di andare a votare subito». Il riferimento è all’accusa di Di Maio alla Lega di far cadere il governo per evitare che il Senato voti l’autorizzazione al sequestro del computer dell’ex sottosegretario della Lega. “I miei computer sono a disposizione anche domani mattina. Non ho niente da nascondere. Non ho niente a che fare con la mafia, con i rubli, con pseudo complotti sovranisti e altre scemenze di questo tipo. Non ho nulla da temere da un processo giusto qualora si decidesse di farlo, ma trovo assolutamente ingiusta e disgustosa questa campagna strumentale di delegittimazione preventiva”.
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