di FABIO CAMILLACCI/ Siamo alle solite: la Juventus che da anni domina la Serie A, in Europa, a volte, diventa piccola piccola. Ennesima dimostrazione che il massimo campionato di calcio italiano è mediocre e “poco allenante” per la Vecchia Signora, come disse Don Fabio Capello un po’ di tempo fa. E così, come accaduto già altre volte in passato, black-out totale dei bianconeri e avversari di turno sul velluto. Estadio Wanta Metropolitano, dove il primo giugno prossimo si disputerà la finalissima, Atletico Madrid-Juventus 2-0, per l’andata degli ottavi di finale di Championz League. Marcatori Gimenez e Godin, difensori centrali uruguayani sempre pronti alla battaglia e all’appuntamento con il gol. E ancora: traversa di Griezmann, annullata una rete a Morata e trasformato in punizione un rigore concesso ai “Colchoneros”. In entrambi i casi è decisiva la Var, vera e propria grande novità di questi ottavi di Coppa Campioni. Decisioni al limite come quella che di considerare regolare l’1-0 dei madrileni nonostante un presunto fallo su Bonucci. Intanto, la Juve in questa Champions incassa la terza sconfitta, dopo le due rimediate nel girone: in casa contro il Manchester United di Mou e in Svizzera contro il modesto Young Boys, entrambe per 2-1.
Madama schiacciata. Dopo un primo tempo tutto sommato equilibrato, la Juve crolla nella ripresa, messa sotto dalla proverbiale “garra charrua” degli uomini di Diego Pablo Simeone. Il 12 marzo servirà una “remuntada” degna della miglior Juventus per volare ai quarti. Un successo strameritato anche nelle dimensioni. Anzi, possiamo dire che alla Juve è andata bene considerando: il gol che si è pappato un impresentabile Diego Costa, la clamorosa traversa colpita da Griezmann con uno splendido pallonetto deviato miracolosamente da uno strepitoso Szczęsny, e un gol annullato dalla Var a Morata per una spinta a Chiellini decisamente soft. Simeone sceglie, cambia, spinge, soffre, arringa, ci prova. Allegri molto meno, come la Juve: una Juve spenta, confusa, timida. Cristiano Ronaldo, non pervenuto. Al ritorno servirà ben altro per centrare la qualificazione. Altrimenti la stagione bianconera rischierebbe di diventare fallimentare. Ma la Juve ha uomini e mezzi per farcela. L’Allianz Stadium di Torino sarà il 12° giocatore in campo.
Fa discutere l’esultanza senza freni del “Cholo” Simeone. Il tecnico dei “Colchoneros” ha decisamente messo da parte l’eleganza per festeggiare una delle due reti. Lo ha fatto a modo suo, sprigionando quel carattere che da sempre riesce a trasmettere all’Atletico. Il suo marchio di fabbrica: gli attributi (foto a destra). Niente di nuovo, lo stesso gesto Simeone lo aveva fatto quando giocava nella Lazio (foto a sinistra). Ma non vogliamo essere bacchettoni e ribadiamo ciò che scrivemmo quando Mourinho fece il gesto dell’orecchio sempre contro la Juventus. Nel calcio, con l’adrenalina che va a mille, certi gesti ci stanno. Accade da sempre e Simeone è un grandissimo allenatore anche per la grinta che dimostra e trasmette ai suoi. Allegri invece dovrà lavorare molto in vista del ritorno. Questa Juventus è troppo fragile in fase difensiva per colpa di un centrocampo che non fa filtro e di un attacco che non rientra, non lotta e soprattutto, non punge. Serve una bella registrazione in tutti i reparti, altrimenti la Champions rischia di restare una chimera per la Juventus.
Ma è stato anche un mercoledi di Europa League. Oltre ad Atletico Madrid-Juventus e Shalke 04-Manchester City 2-3 per la Champions, è andata in scena Siviglia-Lazio, ritorno dei sedicesimi di finale dell’ex Coppa Uefa. In Andalusia finisce 2-0 per i padroni di casa che bissano l’1-0 ottenuto all’Olimpico giovedi scorso: gol di Ben Yedder (come all’andata) e Sarabia. I biancocelesti, sempre alle prese con l’emergenza infortuni che ha falcidiato una rosa già corta in origine, creano molto ma non riescono a segnare. Vazquez e Marusic espulsi. Dunque, niente impresa e la Lazio saluta l’Europa. Ora riflettori puntati su Napoli e Inter che però non dovrebbero avere problemi contro Zurigo e Rapid Vienna, soprattutto alla luce delle vittorie in trasferta centrate all’andata.
Commenta per primo