Il bollettino coronavirus di oggi, 20 marzo, segna indici ancora troppo alti: 23.832 nuovi positivi al test (ieri erano stati 25.735) su 354.480 tamponi molecolari e antigenici, quindi con una percentuale di contagio del 6,7%, e ben 401 morti (15 più di ieri). I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 3.387, 23 più di ieri nel saldo tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione non diminuiscono: sono 243 (ieri erano stati 244). Invece nei reparti ordinari sono ricoverate 27.061 persone, con un incremento di 203 unità nelle ultime 24 ore.
Ciononostante, le cronache debbono registrare ancora proteste e manifestazioni dei cosiddetti no-mask. Oggi ce n’è stata una a Torino, dove uomo di 36 anni è stato denunciato dalla polizia per resistenza a pubblico ufficiale durante una manifestazione in piazza Castello. L’uomo, senza mascherina, si è rifiutato di fornire i documenti per essere identificato agli agenti e ha fatto resistenza quando l’hanno afferrato per portarlo in questura.
Con lo slogan “Giustizia libertà respirare verità” un centinaio di persone si sono date appuntamento nel centro del capoluogo piemontese per l’iniziativa ‘Revolution Day‘ e ‘World Wide Demo Torino 2021‘. In piazza sono stati visti volti noti dell’estrema destra e alcuni anarchici, nonché un candidato sindaco, Ugo Mattei, della lista ‘Futura per i beni comuni‘, il quale ha parlato di “libertà di manifestare comunque la si pensi”, e c’è stato chi lo ha applaudito. Il raduno è nato da un tam tam sui social.
In piazza anche Marco Liccione, 31 anni, con un recente passato in Fratelli d’Italia, già organizzatore di altri eventi contro le norme anti Covid. E’ stato lui a prendere per primo il microfono, dicendo: “Nessuno si può prendere la paternità di questa iniziativa perché c’è il rischio di finire in prigione. Ma le autorizzazioni ci sono“. Però la Questura nega di avere dato qualsiasi autorizzazione. Infatti in piazza gli agenti hanno invitato ad indossare la mascherina anche a due dipendenti delle Ferrovie dello Stato, presentatesi alla manifestazione in divisa delle FS e senza la mascherina, giustificandosi così: “Abbiamo finito di lavorare e siamo venute qui”.
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