Il bilancio della diffusione del coronavirus in Italia alle ore 13 di oggi 26 febbraio è di 374 contagi accertati finora (alcuni dei quali già guariti, in via di guarigione o in quarantena domiciliare), mentre salgono a sale a 12 le persone decedute: 5 in più rispetto a ieri, sempre con le stesse caratteristiche: anziani affetti già da altre patologie di una certa gravità. Sono un 84enne di Nembro, in provincia di Bergamo, un 91enne di San Fiorano (Lodi), una donna di 83 anni di Codogno (Lodi), una donna di 76 anni di Treviso già che ricoverata in rianimazione per complicanze respiratorie, un uomo di 70 anni in Emilia-Romagna, ma cittadino lombardo.
Alla lista dei contagiati vanno aggiunti oggi quattro minorenni risultati positivi al Coronavirus in Lombardia: una bambina di 4 anni, due bambini di 10 e un ragazzo di 15 anni.
Secondo quanto riferito dal commissario straordinario Angelo Borrelli, dei 374 contagiati in Italia, ve ne sono 3 tre in Sicilia. Da segnalare anche il primo caso di coronavirus a Barcellona: una donna italiana di 36 anni residente in Spagna, appena rientrata da un viaggio in Italia tra Bergamo e Milano.
E sono due italiani provenienti da Bergamo i contagiati registrati in Tirolo (Austria). Secondo fonti non ufficiali, l’albergo di Innsbruck, dove lavora la donna, è stato messo in isolamento. La coppia, attualmente in quarantena in un ospedale di Innsbruck, era arrivata in Tirolo in auto la settimana scorsa.
Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, in conferenza stampa alla Protezione civile, ha affermato: «In Italia c’è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3%. Gli anziani sono più fragili, come si vede anche dai dati sull’influenza. Da quest’ultima possiamo proteggerli con il vaccino; non essendoci il vaccino per il Coronavirus c’è la mortalità. L’unica maniera per proteggerli è circoscrivere i focolai come si sta facendo“.
Il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza sostiene che «prima che fosse individuato il ‘caso indice’, cioè il 38enne di Cologno ricoverato all’ospedale i Pavia, il coronavirus era già in circolazione nel lodigiano da “una/due settimane», confermando che il focolaio è abbastanza circoscritto. Quasi tutto – ha precisato – è riconducibile all’epicentro dell’epidemia, che si trova nel lodigiano. Poi ci sono un paio di focolai più piccoli in Veneto. Ma gli altri sono casi che vengono dall’epicentro dell’epidemia“.
Tutti coloro che sono stati negli ultimi 14 giorni nelle zone ‘focolaio’ italiane – quindi nei 10 comuni lombardi e a Vo’ Euganeo – devono comunicarlo alla Asl che dispone la “sorveglianza sanitaria” e “l’isolamento fiduciario” nella propria abitazione. E’ quanto prevede la bozza della nuova ordinanza che il governo ha messo a punto per uniformare i comportamenti delle regioni fuori dall’aera del contagio.
L’epidemia ha portato i contagi in tutto il mondo oltre la soglia degli 80 mila (quasi 78 mila solo in Cina).
Oms: il mondo non è pronto a fronteggiare il Coronavirus – Il mondo “semplicemente non è pronto” per fronteggiare la diffusione dell’epidemia di coronavirus: questo è l’avvertimento del capo missione dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) in Cina, Bruce Aylward.
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