Sono 22.930 i nuovi casi di coronavirus individuati in Italia nelle ultime 24ore, circa 5.400 meno di ieri, che portano il totale dei contagiati dall’inizio dell’emergenza a 1.431.795. Inoltre per la prima volta dall’inizio della seconda ondata, calano gli attualmente positivi: secondo il bollettino del ministero della Salute sono 796.849, 9.098 in meno rispetto a domenica, quando erano 805.947. E tornano a calare i ricoveri in terapia intensiva: sono 9 i nuovi ricoveri nelle ultime 24 ore mentre ieri erano 43, per un totale arrivato a 3.810. Sale invece l’incremento dei pazienti ricoverati nei reparti ordinari degli ospedali: ad oggi ci sono 34.697 persone, con un incremento rispetto a ieri di 418, quasi il doppio di domenica (+216).
Quelli riportati oggi, ad 11 mesi dall’inizio dell’emergenza, porta l’Italia a superare la soglia dei 50mila morti dall’inizio dell’epidemia: esattamente a 50.453, con un incremento rispetto a ieri di 630. Sabato l’aumento era stato di 562.
«Comunque la pressione sugli ospedali è altissima: solo in un mese si sono contagiati in 27.000 tra medici e infermieri, 900 al giorno, se continua questa pressione non solo rende impossibile curare i pazienti ma sguarnisce la prima linea» ha detto Walter Ricciardi, professore di Igiene dell’Università Cattolica e consulente del ministero della Salute, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. Quindi “è assolutamente necessario limitare al massimo la mobilità e fare solo le cose che veramente servono, tutto il resto per il prossimo mese deve essere assolutamente limitato”.
“Le misure stanno funzionando perché sono in funzione delle diverse situazioni epidemiologiche, ma dobbiamo perseverare”, ha detto poi Ricciardi, sottolineando che “abbiamo invertito l’aumento, ci aspettiamo ora l’appiattimento della curva”, ma solo “quando ci sarà una vera e propria diminuzione dei casi, potremo parlare di riaperture o ritorno a una situazione di maggiore normalità”. In Italia oggi, ha precisato Ricciardi, “non siamo in una seconda ondata ma in seconda fase della prima ondata perché, a differenza della Cina, non abbiamo mai azzerato i contagi“. Sui 21 indicatori per il monitoraggio della situazione regionale afferma: “Tutto è migliorabile, è una guerra e le armi vanno adattate. Dobbiamo investire su un testing e tracciamento aggressivissimo per limitare i focolai e un lockdown quando perdiamo il controllo. Dobbiamo aspettare che le aziende presentino ufficialmente i dati all’Ema e alla Fda e i loro dati spero siano confermati dall’autorizzazione ufficiale”. Ma “non c’è dubbio che il vaccino contro il Covid sarà valutato come tutti i vaccini nel passato, in primis per sicurezza e poi per la capacità protettiva“, ha aggiunto Ricciardi. E oggi si è aggiunto, ai primi due vaccini di cui si è parlato in questi giorni, l’annuncio che anche quello anglo-italiano, diverso dagli altri due, è pronto (come riferiamo in altro articolo).
Rispetto all’obbligatorietà del vaccino contro il Covid, Ricciardi ha precisato: “Per il momento ho consigliato al ministro di prevedere la volontarietà per gli adulti” ma “se capissimo che serve il 90-95% di copertura per ottenere l’immunità di gregge, senza la quale ci troveremmo di fronte alla necessità di dover bloccare la produttività e la mobilità per il Paese, si potrebbe, per cause di forza maggiore, valutare anche l’obbligo”.
PRESSIONI PER LA RIAPERTURA DELLE PISTE DA SCI – Purtroppo, di fronte a queste cifre e, soprattutto, di fonte al numero dei morti di cinquantamila morti c’è chi pretende a tutti i costi la riapertura delle località sciistiche con la stessa insistenza (e con gli stessi rischi!) con cui è avvenuto il “liberi tutti” verso le spiagge l’estate scorsa con la tremende conseguenze che stiamo soffrendo dall’inizio dell’autunno e che continuiamo a soffrire. E ancora una volta ci sono presidenti di Regioni che lanciano minacciosi messaggi, come il presidente del Veneto, Zaia, e non solo, intimando al governo una decisione in quel senso.
Commenta per primo