Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che istituisce due nuove aree rosse (Campania e Toscana, che vanno ad aggiungersi a Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta, Alto Adige e Calabria) e tre nuove aree arancione (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche, che si aggiungono a Liguria, Umbria, Basilicata e Sicilia). «So che stiamo chiedendo ancora sacrifici, ma non c’è
altra strada se vogliamo ridurre il numero dei decessi, limitare il contagio ed evitare una pressione insopportabile sulle nostre reti sanitarie», ha dichiarato il ministro.
CAMPANIA – Il motivo per il quale la Campania – che in un primo momento era stata tenuta in “zona gialla” in base ai parametri fissati dal Comitato tecnico scientifico – è stata ora portata in zona rossa va ricercato nella inefficienza parolaia del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, cui competeva colmare le gravi lacune della struttura sanitaria regionale e che, invece di provvedere adeguatamente a ciò che era sua compito fare, ha continuato in esibizioni da “sceriffo”, chiudendo le scuole, e a polemizzare con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
TOSCANA – A differenza dell0 “sceriffo” salernitano, il neo presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha accolto il passaggio della Toscana dalla zona arancione alla rossa, manifesta amarezza e sorpresa per il declassamento, perché – dice – “negli ultimi giorni i dati tendevano a un lieve miglioramento. Sono uomo delle istituzioni e rispetterò quanto deciso dal governo. Sono sorpreso e amareggiato perché i dati valutati dal Comitato tecnico scientifico vanno dall’1 all’8 di novembre. Oggi la Toscana si trova davanti a una situazione di lieve miglioramento. Sono convinto che ce l’avremmo potuta fare anche senza dover passare a zona rossa. Subire provvedimenti molti restrittivi per dati acquisiti dall’1 all’8 novembre non so se sia la cosa migliore. Oggi in Toscana il dato Rt è in graduale appiattimento. Dall’1 all’8 è cresciuto e dal 9 novembre i dati sono leggermente discendenti, tendenti alla stabilizzazione. Ci siamo impegnati per gli alberghi sanitari, per offrire altri 750 posti Covid per alleggerire gli ospedali. Abbiamo dati positivi per il tracciamento: con i 500 assunti nell’Asl Toscana centro il tracciamento dei contattati è al 71%, sulla costa siamo al 46% e addirittura al 97% nell’Asl Toscana sud est. Nel complesso il 65% dei positivi è tracciato nei contatti che ha avuto”. Giani ha ricordato che “abbiamo superato il muro dei 18500 tamponi giornalieri, di questi il 13,5% è risultato positivo. Il 2 di novembre era il 16,72%. Questo è un dato di tendenza che mostra che il contagio, anche se leggermente, si allenta. Per quanto riguarda i contagiati il 30 ottobre erano 2700, oggi 2478. Dopo una forte sofferenza di tutti i cittadini toscani i dati tendevano a una graduale stabilizzazione e quindi a un miglioramento”.
FRIULI VENEZIA GIULIA – Il presidente Governatore della regione, Massimiliano Fedriga, ha definito incomprensibile la scelta del Governo di dichiarare il Friuli Venezia Giulia zona arancione (da gialla che era), sulla base dei parametri presi in considerazione per giungere alla decisione. “Non possiamo sapere questo algoritmo e non possiamo sapere come vengono calcolati questi parametri”, mentre si sa che “sono parametri decisamente non determinanti nella lotta alla pandemia”. Inoltre, ha proseguito, “abbiamo migliorato molti altri parametri”.
MARCHE – “Una classificazione che fino a ieri non era prevista – osserva il presidente Francesco Acquaroli – seppur negli ultimi due giorni i numeri dei positivi erano oggettivamente cresciuti, in particolare quello dei sintomatici. Per questo stavamo studiando un’ordinanza anti-assembramento che a questo punto diventa inutile. Passando da regione ‘gialla’ a regione ‘arancione’ le restrizioni diventano più forti – ricorda il presidente – Tra le misure principali, i bar e i ristoranti potranno lavorare solo con consegne a domicilio o d’asporto fino alle 22 e dovranno restare chiusi. È vietato spostarsi tra regioni e tra comuni se non per comprovati motivi di lavoro, di salute, di studio o necessità. Dispiace sicuramente veder ulteriormente compresse le nostre libertà e penalizzata la nostra economia, ma invito comunque a rispettare le misure previste dal Dpcm che avranno una validità di due settimane a partire da questa domenica compresa”.
EMILIA ROMAGNA – “L’Emilia-Romagna da domenica si colora di arancione, ma di una tonalità più intensa rispetto alle altre regioni perché l’ordinanza regionale firmata ieri dal governatore Stefano Bonaccini non verrà del tutto spazzata via: le misure più severe rispetto a quanto previsto dalla fascia arancione saranno comunque applicate. Oltre ai cambiamenti fin qui imposti da Dpcm e zona “gialla”, per gli emiliano-romagnoli a partire da domenica in base alle disposizioni “arancio” del ministero della Salute si aggiungeranno lo stop agli spostamenti in entrata e in uscita con altre regioni, e da un Comune all’altro (salvo comprovati motivi da giustificare con autocertificazione). Anche nel proprio Comune si aggiunge la raccomandazione di evitare spostamenti non necessari nel corso della giornata. Altro cambiamento importante, che non era contemplato dall’ordinanza regionale, la chiusura di bar e ristoranti 7 giorni su 7, con asporto consentito fino alle 22 e consegne sempre possibili. Dell’ordinanza regionale firmata ieri da Bonaccini – che entra in vigore sabato 14 novembre – la misura principale che resta è quella della chiusura dei negozi la domenica, salvo farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie, edicole. Idem lo stop ai mercati all’aperto senza piani ad hoc dai Comuni (Bologna li ha vietati senza deroghe ad esempio) e stop nei prefestivi alle medie e grandi aree di vendita oltre che ai centri commerciali. Nei negozi alimentari solo un componente per famiglia. Ulteriore misura aggiuntiva non prevista dalla zona arancione ma in vigore dalla settimana prossima per via dell’ordinanza regionale la sospensione delle lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato alle scuole elementari e medie. L’attività sportiva dovrà evitare centri storici e luoghi solitamente affollati.
RICORDIAMO LE REGOLE IN VIGORE NELLE VARIE ZONE
Secondo la scala di rischio realizzata sulla base di 21 parametri fissati da Comitato Tecnico-Scientifico (che dà la sua consulenza al governo, contrassegnata dai colori giallo, arancione e rosso), ecco quali sono le regole di comportamento da osservare:
ZONE GIALLE
(Lazio, Molise, Sardegna, Veneto, provincia autonoma di Trento).
Spostamenti
Sì. Non ci sono restrizioni durante gran parte della giornata, tuttavia il Governo raccomanda fortemente di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività̀ o usufruire di servizi non sospesi. Tuttavia, c’è il coprifuoco dalle ore 22 alle 5 della mattina successiva, periodo in cui è vietato spostarsi, se non per emergenza, comprovate esigenze di lavoro e di salute da indicare nel foglio di autocertificazione.
I concessionari di auto e le officine restano aperti?
Sì: fra le attività consentite ci sono anche quelle nei settori del commercio di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori.
Le altre misure
- Trasporti pubblici con capienza al 50%.
- Bar e ristoranti aperti dalle ore 05.00 alle 18.00.
- Centri commerciali chiusi nei weekend, salvo alimentari, farmacie, edicole.
- Chiusi mostre, musei, casinò e bingo, oltre agli impianti sciistici.
ZONA ARANCIONE
(Liguria, Umbria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Basilicata e Sicilia)
SPOSTAMENTI: Si può entrare o uscire dalla Regione che si trova in zona arancione
soltanto per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per emergenze. Chi effettua spostamenti giustificati da tali scopi, deve avere l’autocertificazione. E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Possibile uscire dal proprio Comune?
No, sono vietati gli spostamenti verso un Comune diverso da quello di residenza se non per comprovate esigenze lavorative, di studio o di salute (da indicare nell’attestato di autocertificazione).
In una Regione in zona arancione è consentito il transito?
Sì, ma solo per recarsi da una Regione in zona gialla all’altra.
Posso spostarmi per accompagnare un figlio a scuola?
Sì, sono consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza, qualora essa sia consentita.
Posso spostarmi per andare a ritirare cibo da asporto?
Sì, ma fino alle ore 22.00 e con il divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.
I concessionari di auto e le officine restano aperti?
Sì: fra le attività consentite ci sono anche quelle nei settori del commercio di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori.
Posso recarmi nei bar delle aree di servizio?
Sì, perché restano aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade, oltre che negli ospedali e negli aeroporti, ma con obbligo di assicurare il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
Chiusi: mostre, musei, casinò e bingo, oltre agli impianti sciistici.
ZONE ROSSE
(Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Liguria, Provincia autonoma di Bolzano, Campania).
Posso entrare o uscire dalla Regione in zona rossa?
No, se non per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per emergenze. Chi effettua spostamenti giustificati da tali scopi, deve avere l’autocertificazione.
Chi risiede in una Regione in zona rossa può uscire dal proprio Comune?
No, sono vietati gli spostamenti verso un Comune diverso da quello di Residenza, se non per comprovate esigenze lavorative, di studio o di salute.
Se non mi trovo al mio domicilio, posso spostarmi per raggiungerlo?
Sì, è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
In una Regione in zona rossa è consentito il transito?
Sì, ma solo per recarsi da una Regione in zona gialla all’altra.
Posso spostarmi per accompagnare un figlio a scuola?
Sì, sono consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza, qualora essa consentita.
Posso spostarmi per andare a ritirare cibo da asporto?
Sì, ma fino alle ore 22.00 e con il divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.
I concessionari di auto e le officine restano aperti?
Sì: fra le attività consentite dal 6 novembre al 3 dicembre, ci sono anche quelle nei settori del commercio di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori.
Posso recarmi nei bar delle aree di servizio?
Sì, perché restano aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade, oltre che negli ospedali e negli aeroporti, ma con obbligo di assicurare il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
Nelle Regioni zone rosse, le restrizioni agli spostamenti sono analoghe a quelle in zona arancione. Tuttavia, il nuovo Dpcm ha introdotto maggiori restrizioni alle attività commerciali.
- Chiusi i centri estetici e le attività inerenti la persona, ma aperti i parrucchieri.
- Didattica a distanza anche per le classi di I e II media, oltre a scuole superiori e l’università (ma con differenze tra una regione e l’altra)
- Sospese le attività commerciali di vendita al dettaglio, con l’eccezione di quelle per la vendita di alimenti, medicinali (farmacie, parafarmacie), tabacchi, giornali e carburanti.
- Sospensione delle attività sportive, ma è consentita l’attività motoria in prossimità della propria abitazione, con obbligo di mascherina e distanza di almeno un metro dall’eventuale accompagnatore.
- Consentite le attività sportive, ma all’aperto e individualmente.
- Coprifuoco dalle ore 22.00 alle 5.00 del giorno successivo.
- Trasporti pubblici con capienza al 50%.
- Bar e ristoranti chiusi tutto il giorno; consentite le consegne a domicilio e l’attività da asporto.
- Centri commerciali chiusi nei weekend, tranne che per alimentari, farmacie e edicole.
- Chiusi mostre, musei, casinò e bingo, oltre agli impianti sciistici.
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