di FABIO CAMILLACCI/ Il coronavirus continua a fare vittime illustri e a colpire i protagonisti dello sport, soprattutto nel mondo del calcio. Cominciamo da chi è scomparso nelle ultime ore per colpa del Covid-19. Il Real Madrid piange un suo storico presidente: Lorenzo Sanz, che fu al vertice della “Casa Blanca” tra il 1995 e il 2000. Se ne va all’età di 76 anni: in settimana era risultato positivo al coronavirus. Sanz era stato ricoverato in ospedale il 17 marzo scorso perché le sue condizioni di salute erano peggiorate dopo otto giorni di febbre alta. Da presidente, portò il Real Madrid a vincere due Champions League (nel 1998 in finale contro la Juventus e nel 2000 nella finalissima contro il Valencia), una Liga con Fabio Capello allenatore e una Coppa Intercontinentale. Peraltro Sanz fu capace di riportare la Coppa dei Campioni nella bacheca dei “Blancos” dopo ben 22 anni (l’ultimo trionfo era datato 1966).
I nuovi calciatori risultati positivi al coronavirus in Serie A. Tra chi è in attività, spicca il nome di un altro juventino: quello di Paulo Dybala che dunque segue Rugani e Matuidi. Con un post in tre lingue (anche in spagnolo e in inglese), Paulo Dybala ha annunciato di essere positivo al coronavirus e con lui la fidanzata. L’attaccante argentino sui social ha scritto: “Ciao a tutti, volevo informarvi che abbiamo appena ricevuto i risultati del test Covid-19 e sia io che la mia fidanzata Oriana siamo risultati positivi. Fortunatamente siamo in perfette condizioni. Grazie per i vostri messaggi. Un saluto a tutti!”.
L’anticipazione di una settimana fa poi smentita. Come gli altri due suoi compagni, anche la “Joya” è asintomatico e in buone condizioni di salute e non appare nemmeno troppo preoccupato, visto che lo scatto che accompagna l’annuncio lo vede sereno in giardino al fianco della bella fidanzata. Ora per la coppia scatta la quarantena obbligatoria di 14 giorni. Curiosità: più di una settimana fa, il giornale El Nacional, ovvero il più importante quotidiano del Venezuela aveva pubblicato la notizia di Dybala positivo al coronavirus, prontamente smentito dal diretto interessato e dalla Juventus.
Due positivi in casa Milan. In questo caso si tratta di due membri della famiglia Maldini, padre e figlio. Un ex calciatore, Paolo, ora dirigente rossonero e un 18enne prodotto del vivaio milanista che ha da poco esordito in Serie A, Daniel. L’annuncio in questo caso è arrivato direttamente dal club con un comunicato ufficiale: “AC Milan comunica che il Direttore dell’Area Tecnica del Club Paolo Maldini, venuto a conoscenza di aver avuto un contatto con una persona positiva e avendo in corso sintomi da virosi, è stato sottoposto ieri a tampone che è risultato positivo al Coronavirus. Allo stesso modo il figlio Daniel, attaccante della Primavera rossonera aggregato alla Prima Squadra. Paolo e Daniel sono in buone condizioni e, dopo aver già trascorso oltre due settimane nella propria abitazione senza contatti esterni, come previsto dai protocolli medico-sanitari prolungheranno la quarantena per i tempi necessari alla completa guarigione clinica”. In bocca al lupo.
Questione stipendi dei calciatori. L’emergenza coronavirus scatena un nuovo tutti contro tutti nel calcio italiano, in particolare per quanto riguarda la Serie A. Nel corso di una riunione informale convocata per discutere della ripresa degli allenamenti, la Lega ha infatti deciso di sospendere il pagamento degli stipendi di marzo dei giocatori. Una proposta poi presentata formalmente alla Figc e all’Assocalciatori, il sindacato dei protagonisti del pallone. Alla riunione in videoconferenza infatti erano presenti anche il numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina e il leader dell’Aic Damiano Tommasi, oltre al capo della Lega di A Paolo Dal Pino.
Le posizioni in campo. Il punto di vista delle varie parti in causa è comunque chiaro da tempo. Gravina, infatti, nei giorni scorsi aveva detto che il taglio degli ingaggi non deve essere più considerato un tabù, mentre Tommasi nelle ultime ore ha affidato al sito dell’Assocalciatori alcune dichiarazioni, tra cui la seguente: “Siamo consapevoli che quello inerente i contratti sia un tema da affrontare, ma non adesso. Prima vanno quantificati i danni, e questo procedimento è possibile solo quando sapremo se la stagione finirà o no. Possiamo dare una linea, ma sulle rinunce decidono i singoli”.
La polemica sulla ripresa degli allenamenti. La crescente emergenza da Covid-19 non fornisce certezze sulla ripresa dei campionati, in realtà non sappiamo nemmeno se potranno realmente essere portati a termine entro l’estate. Intanto, sulla questione ripresa degli allenamenti, mentre il presidente della Lazio Claudio Lotito spinge per farli riprendere il prima possibile, in generale l’indicazione dei club è quella di richiamare al lavoro i propri tesserati solo tre settimane prima dell’eventuale ripresa del torneo. Una data che però al momento nessuno può prevedere. Una cosa è certa, ai club, non piace la soluzione dei play-off e dei play-out per assegnare lo scudetto e decidere le retrocessioni. E il caos continua…
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