Sono 37.978 i nuovi contagi da coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore, secondo l’ultimo bollettino diffuso dal ministero della Salute. In aumento rispetto a ieri, quando i nuovi positivi erano stati 32.961, ma con 234.672 tamponi, cioè 9mila più di ieri. Tuttavia il rapporto tra positivi e test risale al 16,18% smorzando la speranza che ieri si era accesa perché si era registrato un calo di quasi il 2%.
In leggero aumento anche il numero delle vittime: 636 contro le 623 di ierie. Non si registrava un numero così alto di vittime in un solo giorno dal 6 aprile scorso, anche in quel caso furono 636. I contagi totali dall’inizio dell’epidemia salgono a 1.066.401, le vittime a 43.589.
Continuano a salire i pazienti ricoverati in terapia intensiva: sono 3.170 (89 in più rispetto a ieri). I ricoverati con sintomi in reparti ordinari sono aumentati di 429 unità e sono ora 29.873.
In isolamento domiciliare ci sono 602.011 persone (+21.178). Le persone positive sono 635.054, +21.696 rispetto ai dati del bollettino precedente. I guariti e dimessi sono 387.758 (+15.645).
La Lombardia resta la regione con il maggiore aumento di nuovi casi nelle ultime 24 ore, con 9.291 nuovi contagi. Seguono il Piemonte (4.787), la Campania (4.065), il Veneto (3.564), il Lazio (2.686), l’Emilia Romagna (2.402) e la Toscana (1.932).
IL 30% DEI PAZIENTI DECEDUTI PER COVID PRESENTAVANO ANCHE
MICRORGANISMI MULTIRESISTENTI NEL CORPO
Oggi, a Roma, si sono riuniti i massimi esperti del panorama italiano sul tema infezioni correlate all’assistenza con l’obiettivo di fare il punto su ciò che è stato fatto e che c’è ancora da fare nella lotta alle infezioni ospedaliere sul territorio nazionale. L’evento conclude il Progetto ICARETE “Focus Lotta alle infezioni correlate all’assistenza”, organizzato da Motore Sanità, che ha visto coinvolti i massimi esperti clinici e istituzionali durante un percorso che ha toccato 12 Regioni. L’antimicrobico resistenza è un problema globale. Durante il webinar sull’argomento è stata sottolineata dagli esperti l’importanza di dare un rapido accesso e valorizzare le nuove terapie antibiotiche, che possano fare la differenza. Una problematica che non si è attenuata durante l’emergenza Covid come sottolineato da Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI e presidente FISMELAB: “Al momento molti dei decessi da Covid – ha fatto notare – circa il 30%, presentavano anche microrganismi multiresistenti, pertanto si dovrà indagare la concausa di aggravamento sino alla morte di questi pazienti per patogenesi legate ad eventuali infezioni sostenute da questi microrganismi multiresistenti. Non possiamo distinguere ogni singolo decesso da che cosa è stato causato, ma sicuramente uno dei possibili fattori può essere anche l’insufficienza grave d’organo dovuta a molteplici fattori, tra i quali la presenza di microrganismi multiresistenti”.
Questi dati meritano un’indagine nazionale al fine di individuare la reale incidenza di infezioni sostenute da microrganismi multiresistenti in pazienti affetti da Covid. “Queste percentuali di multiresistenze – ha rfilevato l’esperto – si allineano con quelle riscontrate anche prima del Covid e sottolineano la gravità della situazione riguardante le ICA e le antibioticoresistenze anche a livello internazionale”.
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