di FABIO CAMILLACCI/ Il coronavirus ferma anche la Formula 1. Annullato il Gran Premio d’Australia in calendario per domenica 15 marzo, il primo GP del 2020. Una decisione dettata dalla priorità di garantire la sicurezza e la salute di tifosi, squadre e di tutto il personale di gara; una decisione maturata dopo una lunga riunione fra i team principal e i rappresentanti di Fia, Fom e le autorità locali. A Melbourne, la comunicazione ufficiale è arrivata nella tarda serata australiana di giovedi 12 dopo che è risultato positivo al Covid-19 un meccanico della McLaren: la scuderia britannica ovviamente si è subito ritirata dall’evento, con annessa quarantena di buona parte dello staff del team. Il ritiro obbligato della squadra inglese ha di conseguenza portato a un’accelerazione degli eventi, dopo una lunga riunione fra le parti coinvolte, fino alla decisione finale: non si corre.
In precedenza, rispetto al Motomondiale, il “Circus” della F1 aveva deciso comunque di accendere i motori. Le rassicurazioni di Fia, Fom e organizzatori locali, infatti, avevano provato a far partire il campionato del mondo nonostante il rischio di contagio da coronavirus sia ormai diffuso in ogni parte del pianeta. Il primo caso di positività ha fatto saltare il banco. Dunque, la Formula 1 si è assunta un rischio, che però non ha pagato e le conseguenze ora sono inimmaginabili.
I fatti. Il primo allarme era arrivato con l’autoisolamento di 5 persone: 4 della Haas e 1 della McLaren. Il motivo: sintomi influenzali che hanno portato i diretti interessati a sottoporsi al test. Risultato negativo per i 4 membri della Haas, positivo invece per il meccanico della McLaren. Successivamente, in tutto il paddock i test sono stati estesi a 8 persone, con il solo membro del team britannico risultato positivo.
Quali scenari futuri? L’annullamento del GP d’Australia ha inevitabilmente avuto ripercussioni anche sulle successive tappe del Mondiale di Formula 1. Cancellato anche il Gran Premio del Bahrain in programma il 22 marzo. Sul circuito di Sakhir era già stato deciso di far disputare il GP a porte chiuse, per limitare i rischi del contagio. Stesso discorso per la tappa successiva, quella in Vietnam, fissata per il 5 aprile.
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