di ENNIO SIMEONE – Si è molto ironizzato sulla minaccia di Donald Trump di voler chiedere al governo cinese un risarcimento danni a causa del ritardo con cui il governo di Pechino ha dato al mondo le notizie complete sulla epidemia da covid-19 esplosa a Wuhan, la «cittadina» (11 milioni di abitanti) capoluogo della provincia di Hubei (68 milioni di abitanti), invece di chiederli a se stesso a beneficio dello Stato a stelle e strisce per aver considerato la pandemia una banale influenza quando il virus era già arrivato in mezza Europa e mietuto molte vittime.
Ebbene, almeno noi italiani, ora, dovremo chiedere scusa all’effervescente inquilino della Casa Bianca perché dei nostri connazionali hanno deciso di oscurarne l’irruenza giudiziaria contro Pechino: il sindaco di Cortina d’Ampezzo e i suoi colleghi dell’intero Distretto turistico delle Dolomiti bellunesi annunciano di accodarsi all’iniziativa dell’Hotel «De La Poste» di Cortina d’Ampezzo citando per danni il Ministero della Sanità della Repubblica popolare cinese.
Con quale motivazione? Eccola, come la riferisce «Il Gazzettino» di Venezia: il Governo cinese è accusato formalmente di «non aver tempestivamente segnalato all’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) lo stato del diffondersi del virus e dei suoi gravi effetti letali a cavallo fra novembre e dicembre 2019, e comunque di non aver assunto i necessari provvedimenti di controllo sugli scali aeroportuali in partenza dalla Cina».
Il danno del quale si chiede il ristoro riguarda «il mancato guadagno per anticipata chiusura delle intere strutture del comparto turistico, nel pieno della stagione sciistica invernale, quando le strutture avevano ormai il tutto esaurito».
«In considerazione anche dell’assegnazione a Cortina dei Mondiali di sci alpino 2021 e in previsione delle Olimpiadi invernali 2026 – prosegue l’atto di citazione – erano inoltre già stati predisposti eventi culturali e sportivi di caratura internazionale, con il conseguente investimento di ingenti risorse economiche ed organizzative della rete d’imprese».
«La chiusura anticipata ed improvvisa – si legge sempre nell’atto d’accusa – ha portato conseguenze disastrose anche a seguito del necessario licenziamento dell’intero personale, nonché la disdetta dei contratti di fornitura di tutte le strutture dei 64 Comuni aderenti al distretto. Il Distretto ha avuto il danno più elevato nel blocco immediato di tutti i cosiddetti ‘progetti pilota’, tra i quali la realizzazione dell’aeroporto di Cortina d’Ampezzo in previsione dell’afflusso di gente previsto per i Giochi Olimpici del 2026».
Non ci crederete, ma la lentissima macchina giudiziaria italiana ha smentito tutti gli scettici: il Tribunale di Belluno ha fissato l’udienza già per il 21 dicembre prossimo. Sarà merito del rigorismo giustizialista di cui è stato accusato in Senato il ministro Bonafede dalla radicale Emma Bonino. Ma se, come prevedibile, ci sarà un rinvio a data da destinarsi sarà colpa del lassismo di cui è stato accusato il ministro Bonafede da Matteo Salvini.
Se poi la vicenda finirà a tarallucci e vino possono sempre prendersela con Di Maio. Il quale, da ministro degli Esteri, realizza per l’Italia buoni affari con la Cina (e tuttavia bloccò i voli dalla Cina verso l’Italia appena si seppe dell’epidemia di coronavirus in quel paese).
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