COVID-19/ Aggiornamento del 27 dicembre/ Salito il rapporto tra contagiati e tamponi effettuati: 14,88%. Ancora 305 morti. / INIZIATE LE VACCINAZIONI (accompagnate, naturalmente, da qualche polemica)

L’aggiornamento di oggi dei dati sull’epidemia di covid-19 possono trarre in inganno perché la cifra molto bassa di nuovi contagiati –  appena 8.913 – è dovuta al ridotto numero di tamponi effettuati in conseguenza delle festività natalizie: solo 59.879. Infatti il rapporto tra le due cifre segnala che un balzo dell’indice di contagiosità: 14,88% contro il 12,8% di ieri e addirittura l’8,9 di tre giorni fa. Il che non è affatto confortante.  Le vittime sono 305, un numero sempre pesante, ma del tutto estraneo il numero dei tamponi effettuati. 

Le regioni che registrano il maggior numero di tamponi positivi nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, sono Veneto 3.337, Emilia Romagna 1.283, Lazio 977, Sicilia 682, Piemonte 470, Lombardia 466. Il Molise registra un solo caso.

IL VIA ALLE VACCINAZIONI ACCOMPAGNATO DA ALCUNE POLEMICHE (nelle quali spicca quella provocata dalla esibizione del presidente della Campania, Vincenzo De Luca) 

L’infermiera Lucia Premoli, la prima operatrice sanitaria vaccinata in Italia: curò in rianimazione il primo paziente italiano a Codogno, Mattia Maestri. (foto Epa di Flavio Lo Scalzo)  

Prime vaccinazioni anche in alcuni luoghi simbolo della pandemia in Italia come in tutta Europa, in contemporanea, come hanno riferito ampiamente e ininterrottamente tutti i telegiornali dall’alba. A Codogno oltre 1.400 operatori sanitari hanno aderito alla campagna e si vaccineranno. La prima ad essere stata vaccinata è stata Lucia Premoli, infermiera della Rianimazione dell’ospedale, tra gli operatori che hanno assistito il ‘paziente 1’ Mattia Maestri, è la prima ad essere stata vaccinata contro il Covid nel presidio ospedaliero del Lodigiano simbolo della pandemia.

L’infermiera ha ringraziato la sua azienda per “l’opportunità che mi ha offerto: essere di esempio per tutti i miei colleghi. Non abbiamo altra strada da percorrere – sottolinea – per tornare a una vita normale”.

All’ospedale di Alzano Lombardo, altro simbolo della pandemia, intanto è stato vaccinato il professor Giuseppe Remuzzi, presidente dell’istituto Mario Negri.

Anche lo scorso 20 febbraio c’era il sole, era una giornata tersa, ma oggi la luce è di speranza“. Così Annalisa Malara, l’anestesista dell’ospedale di Codogno che per prima scoprì la presenza del Covid in Italia. “Siamo stati i primi sanitari ad essere coinvolti da questo terribile virus, per me come per tutta la mia équipe fu uno shock. Con la giornata di oggi si chiude finalmente un cerchio”, dice la dottoressa, che non potrà vaccinarsi perché è stata da poco sottoposta all’antinfluenzale. “Lo farà non appena possibile – precisa – perché è un’arma fondamentale”.

Per la dottoressa Malara, il vaccino “è un’arma formidabile per battere il virus, la concretizzazione di uno sforzo internazionale immane”. Ecco perché il Vaccine Day, sottolinea, è “una giornata di felicità e di speranza”, aggiunge l’anestesista che, pur non potendo vaccinarsi, ha scelto di essere in ospedale a Codogno per l’inizio delle vaccinazioni. “Dare l’esempio e comunicare l’importanza di questo vaccino, è un dovere”.

I vaccini vengono somministrati proprio nella stanza della Rianimazione in cui è stato effettuato all’uomo il tampone, il primo in tutta Italia. “Abbiamo voluto unire simbolicamente i due eventi – spiega Salvatore Gioia – il primo tampone e la prima vaccinazione, qui a Codogno, per dare un senso di prosecuzione nella lotta al virus, cominciato in un momento in cui si sapeva ben poco e arrivato a un punto in cui le conoscenze sono diventate tali da portare al vaccino e di debellare il Covid.

Altro clima a Napoli. «Mi sono vaccinato, dobbiamo farlo tutti”, dice il 71enne presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, proponendosi su Facebook come testimonial della campagna di immunizzazione, al termine del Vax Day napoletano, con tanto di foto dell’avvenuta iniezione: ma dagli avversari politici sale un coro di accuse per la ‘precedenza’ pretesa da De Luca nelle ore in cui le preziose fiale sono riservate solo a operatori sanitari e anziani delle Rsa. Fuori dagli ospedali l’atmosfera si infiamma già quando De Luca lancia la prima bordata, ai microfoni dei giornalisti, contestando i criteri di distribuzione delle prime dosi, poche quelle arrivate in Campania: l’unico metro di assegnazione deve essere la popolazione residente, “ogni altro parametro sarebbe da mercato nero”.

Posizione controcorrente di De Luca anche sulla scuola, malgrado l’intesa Stato-Regioni: “Riaprire il 7? Bisogna valutare i dati, certamente non mandiamo in blocco il 50% a scuola”. Arriva l’immancabile battuta: “Oggi si voleva dare un segnale di speranza, ma questa giornata è stata sovraccaricata dal punto di vista mediatico, sembrava lo sbarco in Normandia”. Poi il governatore lascia le telecamere e, a fine mattinata, posta l’annuncio (con foto) della vaccinazione avvenuta in un ufficio della direzione generale.

La prima reazione è dell’eurodeputato forzista Fulvio Martusciello: “Ha saltato la fila senza alcun titolo, senza decenza“. Insorge il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “Indegno l’abuso di potere. Si dovrebbe vergognare e chiedere scusa“. Attaccano i leader nazionali del centrodestra. Matteo Salvini: “De Luca toglie il vaccino a qualcuno che ne aveva più bisogno. Personale sanitario, forze dell’ordine e persone fragili meritano rispetto e serietà, non politici stile Marchese del Grillo“. Giorgia Meloni si chiede: “Esiste una corsia privilegiata per i politici di sinistra?“. Valeria Ciarambino, capogruppo M5s in Consiglio regionale, ricorda che “il presidente Mattarella aspetterà il suo turno per il vaccino“. Ma il vice segretario del Pd, Orlando, replica che non c’è da scandalizzarsi: De Luca ha voluto dare l’esempio.

 

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