COVID-19 IN ITALIA/ Aggiornamento al 16 ottobre/ Superata quota 10mila di nuovi contagi in un giorno. Ipotesi di altri provvedimenti restrittivi

Raggiunta e superata in Italia la quota dei 10mila nuovi contagi Covid-19 in un giorno, oggi 16 ottobre. Ieri erano stati 8.804. E i tamponi effettuati sono stati un po’ meno di ieri: 150.377. Più basso, invece, il numero dei morti: 55, rispetto a ieri (83).

«C’è una crescita veloce, ma non enorme – ha detto all’ANSA il fisico Enzo Marinari, dell’Università La Sapienza di Roma – Guardando i dati sembrerebbe che, ancora oggi, uno sforzo non enorme potrebbe aiutarci a tornare in un regime di sicurezza». Siamo di fronte, ha detto ancora il fisico, a una “curva in netta crescita esponenziale, che naturalmente si fermerà, il problema è che potrebbe fermarsi fra dieci giorni perché avremo fatto qualcosa, o proseguire ancora”. Al momento, ha concluso, “interventi mirati e ragionevoli potrebbero probabilmente aiutare“.

Anche il presidente dell’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi, tende a non drammatizzare: «Mentre tutti i giorni della settimana hanno finora mostrato un aumento dei casi doppio rispetto a quello della settimana precedente, oggi questo non è accaduto».

 Il ministro per la Salute, Roberto Speranza, a Fiorenzuola d’Arda nel Piacentino per una visita in occasione dello stanziamento di finanziamenti,  ha tenuto a precisare che nessuna decisione su nuove misure su scala nazionale è stata assunta in questo momento: «Leggo un’abbondanza di indiscrezioni, ma noi siamo qui e analizziamo tutti i dati, ci confrontiamo con le Regioni e con gli scienziati del Comitato tecnico scientifico».

Intanto sono 1.261 i nuovi positivi in Campania su 14.422 tamponi eseguiti ieri. Lo ha reso noto il governatore Vincenzo De Luca nella diretta su Fb.

E a questo proposito Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di medicina della Cattolica di Roma, dice: «Data la situazione molto grave di circolazione del virus, abbiamo indicato chiusure mirate nelle regioni con altissima circolazione del Sars-Cov2 finalizzate a consentire lo svolgimento delle attività scolastiche e produttive. Le chiusure, nelle zone dove l’indice di contagio è superiore a 1, dovranno riguardare punti di aggregazione come circoli, palestre, ed esercizi commerciali non essenziali. Mentre lo smart working dovrebbe diventare la forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese. Punto cruciale è la sicurezza nei mezzi di trasporto pubblico e il loro rafforzamento “.

Ma Ricciardi ha detto anche un’altra cosa che preoccupa: «Le Asl non sono più in grado di tracciare i contagi, quindi la strategia di contenimento del virus non sta funzionando. Questo è dovuto a due fenomeni in atto in molte regioni: il mancato o ritardato rafforzamento dei Dipartimenti di prevenzione (basso numero di medici igienisti a disposizione) e ai migliaia di focolai in atto. La situazione è molto grave, le regioni stanno andando verso la perdita del controllo dei contagi». Inoltre ha spiegato Ricciardi: «Il contact tracing non sta funzionando né manualmente, con le interviste ai positivi al virus sui loro contatti, nè tecnologicamente con l’app Immuni.

Alla luce dei nuovi dati emersi e della nuova fase servono misure più stringenti per far fronte al progressivo aumento dei contagi“. E’ quanto chiedono ambienti del Comitato Tecnico Scientifico al governo affinché si giunga a provvedimenti più restrittivi in tempi rapidi che superino l’attuale Dpcm, anche in vista del week end. Tra le ipotesi, quella di un ‘coprifuoco’ e la Didattca a distanza almeno per le scuole superiori.

Il presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo è allarmato:  «Nelle Terapie intensive la pressione sta crescendo e iniziamo a vivere la paura che si possa tornare alla situazione drammatica della prima fase epidemica. Ad oggi in dieci Regioni la tenuta delle terapie intensive è particolarmente a rischio, poiché ci si sta avvicinando alla soglia massima fissata dal ministero della Salute del 30% di posti dedicati a malati Covid occupati;  tuttavia, ci troviamo in una situazione di allerta in tutte le Regioni perché si rischia, nel breve termine, una saturazione dei posti Covid».

Secondo il monitoraggio del ministero della Salute-Iss l’epidemia in Italia è in una ‘fase acuta’ e, nel prossimo mese, rischia di raggiungere valori critici in alcune Regioni. Già oggi  in 16 Regioni e 2 province autonome l’indice Rt supera 1. Sono 4.913 i focolai attivi, 1.749 quelli nuovi. Aumentano i probabili focolai in ambito scolastico, anche se la trasmissione intra-scolastica rimane complessivamente limitata. Dieci regioni, infine, hanno un rischio alto per la tenuta delle terapie intensive, essendo vicine a superare la soglia limite del 30% di posti a malati Covid.

Sono 2.419 i nuovi positivi in Lombardia con 30.587 tamponi effettuati, per una percentuale che dal 6.3% di ieri sale al 7,9%. Più della metà dei nuovi casi sono a Milano, dove ci sono 1.319 nuovi contagi, di cui 604 a Milano città, mentre ieri erano 1.053. I nuovi decessi sono 7 per un totale complessivo di 17.044 morti in regione dall’inizio della pandemia. Sono in calo i posti occupati in terapia in terapia intensiva (-1, 71), mentre crescono i posti letto occupati negli altri reparti (+108, 834).

La decisione del presidente della Regione Campania, De Luca, di chiudere le scuole fino al 30 ottobre non è piaciuta alla ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, ma neppure al presidente Conte, dal momento che non è dalle scuole che arriva il virus, se non in misura irrisoria, bensì da altre fonti come i mezzi di trasporto affollati e da assembramenti di persone che non rispettano le norme di salvaguardia.  Conte ha anche auspicato che in Lombardia (e anche solo a Milano) non venga adottato il lockdown.

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