COVID in Italia/ Quasi duemila contagiati meno di ieri e 90 morti in meno, ma con trentamila tamponi in meno/ Contrasti tra Regioni e governo sulle misure da adottare/ La situazione negli altri paesi

Meno contagi, ma anche un minor numero di tamponi effettuati: questo si apprende oggi, 1° novembre, dal ministero della Sanità sulla evoluzione dell’epidemia di Coronavirus in Italia. Ecco le cifre in dettaglio:  i nuovi contagiati da covid-19 sono 29.907 rispetto ai 31.758 di ieri, secondo il bollettino del ministero della Salute, ma a fronte di oltre 30 mila tamponi in meno (183.457 contro i 215.886 di ieri). Il rapporto positivi/tamponi nelle ultime 24 ore è arrivato al 16,3%. Il precedente record si era registrato ieri al 14,7%. Anche l’incremento del numero di vittime è inferiore: 208 in 24 ore rispetto alle 297 di ieri.

I pazienti in terapia intensiva sono aumentati oggi di 96 unità in 24 ore portando il totale delle persone ricoverate in questi reparti su scala nazionale a 1.939.

Invece i nuovi ricoverati in reparti ordinari sono 936, un dato sostanzialmente stabile rispetto a ieri.

Guardano ai dati con riferimento alle vare regioni si rileva che sono 8.607 i nuovi positivi in Lombardia che dunque ha visto salire il totale dei contagiati dall’inizio della pandemia a 204.351. I decessi sono 54 portando il totale a 17.589 morti in regione dall’inizio della pandemia. Crescono sia i ricoveri in terapia intensiva (+26, con un totale di 418) sia negli altri reparti (+213, 4.246). La città metropolitana di Milano rimane la zona più colpita con 3.695 nuovi casi, di cui 1.554 a Milano città, seguita sempre dalle province di Varese (1.238) e Monza e Brianza (1.195).

GOVERNO E REGIONI – Di fronte alla evoluzione dell’epidemia nel nostro paese continua in Italia il balletto delle contrapposizioni non solo tra il governo e alcune regioni, ma soprattutto tra le varie forze politiche, sia di opposizione e di maggioranza, sia all’interno della maggioranza di governo. Uno dei punti di attrito riguarda l’ipotesi di immediata chiusura totale di altre attività oltre a quelle già bloccate con l’ultimo Decreto del presidente del Consiglio (come fu nel lockdown di marzo e aprile) o, in alternativa, l’ipotesi di adottare un provvedimento differenziato per regioni, in base alla diversa diffusione del contagio. Questo secondo orientamento sarebbe preferito dal presidente Conte, il quale, presumibilmente, vorrebbe fare la valutazione in attesa di conoscere gli effetti che ha avuto sull’andamento dell’epidemia il suo decreto entrato in vigore il 24 ottobre.

IN EUROPA E NEGLI ALTRI PAESI
Dal secondo lockdown nazionale in Francia al confinamento ‘light’ in Germania, ecco la mappa dei paesi europei con le restrizioni più rigide, almeno per un mese, nel tentativo di contenere la seconda ondata della pandemia.
FRANCIA – Si può uscire solo per andare a lavorare (se non è possibile da casa), per acquistare beni di prima necessità, per assistenza medica o per esercizio un’ora al giorno. Tutti i negozi non essenziali, ristoranti e bar, sono chiusi (ad eccezione dell’asporto), ma le scuole e gli asili nido restano aperti. Vietati i contatti sociali.
    GERMANIA – Chiudono cinema, teatri, palestre, piscine, oltre a ristoranti e bar, anche qui l’eccezione è il cibo da asporto.
Contatti sociali limitati a due nuclei familiari con un massimo di 10 persone. Pernottamenti in hotel per motivi di svago vietati e tutti i viaggi non essenziali fortemente scoraggiati.
Scuole e asili aperti. Negozi e parrucchieri aperti. Funzioni religiose e cortei consentiti.
REGNO UNITO – Si va verso un lockdown nazionale bis di un mese in Inghilterra, la nazione più popolosa del Regno, dalla prossima settimana. Prima della nuova stretta 11 milioni di persone nelle zone più colpite dell’isola vivevano già in un regime di semi-confinamento.
    IRLANDA – Lavoro da casa, ove possibile. Riunioni al chiuso non consentite, le persone possono incontrarsi all’aperto con un’altra famiglia. Negozi non essenziali chiusi, scuole e asili aperti.
  BELGIO – Chiusura delle attività “non essenziali” e obbligo del telelavoro per le aziende ove possibile. Coprifuoco alle 22. Obbligo di mascherina in tutti i luoghi fuori casa e al lavoro.Palestre, piscine e strutture culturali e ricreative chiuse. Anche bar e ristoranti. Niente eventi pubblici o feste.
  OLANDA – Bar, ristoranti e caffetterie possono servire solo da asporto. Tutti i negozi, a parte i supermercati, devono chiudere entro le 20. Si consiglia alle persone di rimanere a casa e lavorare da casa il più possibile. Obbligo di mascherina fuori. Scuole, palestre e piscine aperte.
AUSTRIA – Chiudono ristoranti, alberghi, cinema e teatri, stop ai matrimoni e coprifuoco dalle 20 alle 6. Le scuole restano aperte, come anche i negozi e i parrucchieri. GRECIA – Nella zona rossa, che comprende anche Atene e Salonicco, coprifuoco notturno e chiusura per un mese di bar, ristoranti, palestre, teatri, cinema. Restano aperti scuole, alberghi, parrucchieri e negozi al dettaglio. Consentiti gli spostamenti tra le regioni.
PORTOGALLO – Da mercoledì prossimo, il 4 novembre,  si torna ad un lockdown parziale che riguarderà il 70% della popolazione. Lo ha annunciato il premier di Lisbona, Antonio Costa, al termine di un consiglio straordinario dei ministri dedicato alla crisi sanitaria. “E’ arrivato il momento in cui è necessario prendere misure più restrittive per avere il controllo su questa pandemia.
    REPUBBLICA CECA – Primo paese a imporre un confinamento severo dopo la primavera. Dal 5 ottobre sono chiusi bar, ristoranti, scuole, negozi non essenziali, almeno fino al 3 novembre. Non si può uscire se non per lavoro, visite familiari essenziali, esercizio fisico, acquisto di cibo o medicine.
  SPAGNA – Vige lo stato d’emergenza, ma non c’è un regime di lockdown (unico grande paese insieme con l’Italia, per ora). Coprifuoco dalle 23 alle 6 ad eccezione delle Isole Canarie. Incontri pubblici e privati limitati a 6 persone che non vivono insieme. I leader regionali possono modificare l’orario del coprifuoco e possono chiudere i propri confini.

Commenta per primo

Lascia un commento