di MARIO MEDORI/ In tempi di emergenza sanitaria da coronavirus, molti grandi eventi sportivi sono costretti a inchinarsi. La pandemia di Covid-19 che ha costretto al rinvio di Tour de France e Giro d’Italia, ora cancella la regina delle classiche del ciclismo: la Parigi-Roubaix. Questo perchè è sempre più critica la situazione nella zona di Lilla, parte finale dell’affascinante corsa.
In Francia il coronavirus preoccupa giorno dopo giorno ma almeno il Tour è riuscito ad andare in scena. La Grande Boucle, partita da Nizza il 29 agosto scorso in piena “zona rossa” è arrivata a Parigi il 20 settembre nonostante 16.000 contagi giornalieri. Niente da fare invece per questa classicissima del ciclismo, giunta all’edizione numero 118 e inizialmente in programma per domenica 25 ottobre.
La decisione di cancellare la corsa. I prefetti del nord della Francia e il ministro della Salute transalpino hanno detto no, perchè, come detto, la zona di Lilla, nella quale si sarebbe svolta la parte finale della Parigi-Roubaix, si trova in stato di massima allerta. Saltano sia la prova maschile che la prova femminile, al debutto nel calendario mondiale ciclistico.
Cenni storici. La prima edizione della Parigi-Roubaix si tenne nel lontanissimo 1896; ovvero, lo stesso anno della nascita dell’Olimpiade moderna. L’Italia la vinse per l’ultima volta nel 1999 con Andrea Tafi. Ma da Coppi a Bevilacqua, passando per Gimondi, Moser e Ballerini, il nostro Paese ha scritto pagine leggendarie su questa affascinante classica del ciclismo che oggi purtroppo è costretta a fare i conti con questo maledetto virus (nella foto Epa: un momento della Parigi-Roubaix 2019).
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