La necessità di arginare i segnali di un nuovo incremento della diffusione del covid (come avvenne lo scorso anno) induce le autorità sanitarie a suggerire – e di conseguenza quelle di governo ad adottarle – misure più rigorose di prevenzione. Ecco perché – dopo ristoranti, piscine, palestre, cinema, stadi e teatri – da domani (mercoledì 1° settembre) sarà necessario utilizzare il ‘green-pass’ per entrare negli istituti scolastici ma anche per viaggiare in treno e in aereo. Ciò sarà necessario a salvaguardare la salute di tutti noi anche se gli ostinati del “no” sono in fermento da giorni, e si dicono pronti a manifestazioni di protesta, arrivando addirittura a minacciare il blocco della circolazione ferroviaria. Via social costoro si stanno dando appuntamento in 54 città in cui sono annunciate iniziative contro il passaporto vaccinale. E così nelle chat e su alcuni social sono stati pubblicati dei volantini siglati – con una formula che rischia di scivolare nel ridicolo – “Basta dittatura“, con la minaccia “Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto-schiavitù? Allora non partirà nessuno”, seguita dalla promessa (che spiriamo venga mantenuta) che la “protesta” dovrebbe concludersi in serata in modo “pacifico”.
“Diciamo no alle minacce di bloccare i treni domani, 1 settembre, nelle maggiori stazioni italiane“. Unitariamente i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti si dissociano da questa protesta auspicando “un doveroso ripensamento da parte dei promotori perché i rischi connessi a una simile protesta sono evidenti e serve un piano di sicurezza per tutelare lavoratori e utenti”. I sindacati dei trasporti invitano invece tutti a “sostenere la campagna vaccinale tanto per i lavoratori che per gli utenti del servizio pubblico”. Il trasporto ferroviario, proseguono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, “è un servizio pubblico essenziale (infatti è soggetto alle regole della legge sui servizi minimi per lo sciopero), che garantisce il diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini. Chi decidesse di interromperlo arbitrariamente in nome della libertà di non vaccinarsi non avrebbe il sostegno del sindacato sia perché violerebbe la legge, sia perché il sindacato sostiene la campagna vaccinale tanto per i lavoratori che per gli utenti del servizio pubblico. Il vaccino – affermano infine i sindacati – fino a questo momento è l’unica arma conosciuta per sconfiggere la pandemia e consentire alle persone di non ammalarsi, di vivere, di lavorare, di impegnare il tempo libero in varie attività e di viaggiare in sicurezza“.
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