Sono 5 i magistrati che fanno parte del pool del Tribunale di Trani che si occuperà delle indagini sul disastro ferroviario di Corato-Andria, nel quale hanno perduto la vita 23 persone (tra cui anche i due macchinisti ed un capotreno) e 24 feriti, che hanno avuto necessità di ricovero in ospedale (tra cui l’altro capotreno e il piccolo Samuele di 7 anni, che era con la nonna, morta nell’incidente).
Oltre al pm facente funzioni, Francesco Giannella, il pool è composto dai pm Antonio Savasta, Simona Merra, Marcello Catalano e Michele Ruggiero. Quest’ultimo è noto per aver indagato in distinti procedimenti la Deutsche Bank di Francoforte e due agenzie di rating (Standard & Poor’s e Fitch) per manipolazione del mercato, e per aver svolto indagini (delle quali è stata poi chiesta l’archiviazione) sulla presunta correlazione tra vaccini e autismo.
Intanto, circa le cause della tragico collisione, è stato accertato che il treno partito da Andria che, dopo circa dieci minuti, si è scontrato con quello proveniente da Corato, non sarebbe dovuto partire. E a provocare lo scontro sarebbe stato un errore umano, ma sarà necessario capire da cosa sia stato determinato. A tale scopo la procura di Trani che ha sottoposto a sequestro l’area dell’incidente. Inoltre i nomi di alcune persone – probabilmente dipendenti della società privata Ferrotramviaria, che gestisce la linea – sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Trani per i reati di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Un provvedimento di sospensione dall’incarico professionale è stato disposto da Ferrotramviaria spa nei confronti dei capistazione di Andria e Corato.
CAUSE VERE E PRESUNTE DELLA SCIAGURA. Sul banco degli imputati sembra per ora essere il sistema a blocco telefonico che regola la circolazione ferroviaria in quella tratta a binario unico. Come abbiamo già riferito, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha definito tale sistema “tra i meno evoluti rispetto alle tecnologie disponibili” e “maggiormente a rischio”, perché “si affida interamente all’uomo, nella fattispecie all’operatività dei capistazione”.
Tuttavia l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Renato Mazzoncini ha fatto notare che “la polemica sul binario unico non ha senso, perché in Italia e nel resto del mondo la maggior parte delle linee sono a binario unico, il sistema di sicurezza non dipende dal numero dei binari: tutte le linee ferroviarie hanno un livello di sicurezza garantito, anche quelle a binario unico”. Il ministro Delrio ha poi ricordato che “purtroppo in questo Paese non è mai stata fatta la cura del ferro, quando bisogna tenere conto che ci sono oltre 5 milioni di persone che lavorano e si spostano per motivi di studio studio su linee regionali, ma con questo governo c’è stata un’inversione di tendenza netta rispetto al passato ed abbiamo destinato diversi miliardi al trasporto ferroviario regionale”. Ha quindi annunciato che il governo ha deciso di stanziare ulteriori 1,8 miliardi di investimenti per le reti regionali non di competenza nazionale.
Filippo Iacobazzi, Segretario della Fit Cisl pugliese, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, a sua volta ha precisato: “In questo momento risulta difficile dare un giudizio. Il blocco telefonico, anche se è uno strumento vetusto, dà delle garanzie dal punto di vista della sicurezza. Va utilizzato in maniera adeguata, come è stato utilizzato dalla Ferrotramviaria dal 1965 fino a ieri. Non c’erano mai stati incidenti. Certo, anche la Ferrotramviaria si sta dotando delle nuove tecnologie, ma i tempi per le gare e quant’altro sono quelli che sono. In questo caso Un treno di troppo era sulla linea, la domanda è perché c’era questo treno di troppo? Mi sembra molto difficile che il macchinista sia partito con il segnale rosso. Quando ho sentito la notizia sono rimasto basito perché la Ferrotramviaria si è spesa molto per la sicurezza. Dare delle risposte certe significa che c’è stata una situazione per la quale c’è stata una disattenzione non di un soggetto, ma di vari soggetti. Il problema non è il binario unico. Il binario unico diventa un problema nel momento in cui non viene utilizzato il sistema di sicurezza delle Ferrovie dello Stato. Se ci fossero stati quei sistemi probabilmente questo incidente non ci sarebbe stato”.
“C’è la necessità di mettere in atto prontamente interventi di rinnovamento dei sistemi di segnalamento – dichiara Maurizio Manfellotto, presidente di Assifer. Da decenni sono state sviluppate in Italia e sono già in uso da tempo nelle Ferrovie dello Stato tecnologie d’avanguardia uniche al mondo, con diversi sistemi di segnalamento (dal SCMT al ERTMS/ETCS) che garantiscono la sicurezza della circolazione ferroviaria, sia per il trasporto locale e regionale sia per quello su linee ad Alta Velocità, nell’ambito del traffico passeggeri e di quello delle merci. Lo dimostrano anche le statistiche dell’ANSF (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie) presentate lo scorso aprile, che mettono in evidenza come il numero di vittime per collisioni tra treni sia stato quasi nullo negli ultimi dieci anni. Gli incidenti avvenuti hanno riguardato quasi esclusivamente l’interferenza di pedoni con l’infrastruttura ferroviaria o dissesti idrogeologici. Dal 2007 a oggi non si sono infatti verificate collisioni tra due o più treni laddove erano presenti sistemi tecnologici di protezione della marcia.
“Siamo la patria dell’eccellenza nella progettazione e realizzazione di sistemi di segnalamento – prosegue Manfellotto – e l’industria che rappresentiamo investe oltre il 4% del proprio fatturato in attività di ricerca e sviluppo. Occorre garantire una omogeneità di livelli di sicurezza nella circolazione ferroviaria. Non possono esistere tratte ferroviarie di serie A e tratte di serie B in un Paese moderno”.
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