Arrestati i genitori, un noto islamista e altri parenti del ceceno che a Parigi ha decapitato il professore

 

Altre cinque persone sono state fermate e interrogate nella notte tra venerdì e sabato dopo la decapitazione dell’insegnante di Storia al liceo del comune di Conflans-Sainte-Honorine (Yvelines), nella banlieu di Parigi, Samuel Paty (foto a destra), portando a 9 il numero totale delle persone fermate dalla polizia. Tra loro ci sono i genitori e alcuni parenti del diciottenne di origine cecena, nato a Mosca, autore del crimine.

Il professore, agli occhi del suo assassino, era colpevole di aver mostrato in classe, agli allievi della scuola nella banlieue di Parigi, caricature di Maometto, come quelle pubblicate dal settimanale satirico “Charlie hebdo”, dove islamisti commisero una strage due anni fa. Inoltre – notizia appresa successivamente – tra i 9 fermati c’è un noto islamista molto attivo in Francia, Abdelhakim Sefrioui: è l’uomo che accompagnò l’8 ottobre il padre di una studentessa dalla preside della scuola di Bois d’Aulne di Conflans-Saint-Honorine per chiedere l’esclusione dalla scuola dell’insegnante che aveva mostrato in classe le caricature di Maometto.

Su Twitter dilagano messaggi di sostegno alla libertà d’espressione e di orrore per l’azione compiuta dal diciottenne di origine cecena, nativo di Mosca, di cui è stata confermata l’identità. Il giovane che ha decapitato l’insegnante, confermano fonti dell’inchiesta, era noto alla polizia per reati comuni, ma non era mai stato arrestato e non era sospetto di radicalizzazione.

Fra le 9 persone in stato di fermo questa mattina ci sono due genitori di studenti del professore ucciso, un uomo e una donna, che avevano avuto una lite con l’insegnante sulle caricature di Maometto mostrate in classe. Stando a BFM-TV, fra gli arrestati ci sono inoltre 4 membri della famiglia del killer (i genitori, il nonno e il fratello di 17 anni), tutti arrestati ad Evreux, dove abita la famiglia. L’abitazione è stata accuratamente perquisita. Fra i fermati ci sono inoltre il padre, autore del video circolato su Youtube, in cui si lamenta della lezione sulla libertà d’espressione del professor Paty e un amico che l’aveva accompagnato ad incontrare il preside per esprimere la sua protesta.

L’aggressore avrebbe urlato ‘Allah akbar’. L’uomo avrebbe avuto un giubbetto esplosivo e – con il coltello ancora in mano dopo la decapitazione – si sarebbe diretto verso i poliziotti, minacciandoli. Gli agenti gli hanno intimato di fermarsi, inutilmente, poi hanno aperto il fuoco, uccidendolo. Ma prima di essere ucciso era riuscito a pubblicare le immagini del suo delitto su Twitter.

Il presidente francese Emmanuel Macron si è recato sul luogo dell’attacco: “Voglio dire a tutti gli insegnanti di Francia che siamo con loro, la nazione tutta intera – ha detto – sarà al loro fianco oggi e domani per proteggerli, per permettere loro di fare il loro mestiere che è il più bello che esista. Il terrorista ha voluto abbattere la Repubblica nei suoi valori, i Lumi, la possibilità di fare dei nostri figli dei cittadini liberi. Faremo quadrato, non passeranno, l’oscurantismo e la violenza non trionferanno, non ci divideranno”, ha assicurato il presidente lanciando un fortissimo appello all’unità della nazione e promettendo “atti di fermezza” contro il terrorismo.

“Un nostro connazionale – ha detto Macron – è stato assassinato perché insegnava, perché ha predicato a degli allievi la libertà d’espressione, la libertà di credere e quella di non credere. Il nostro connazionale – ha detto ancora, visibilmente emozionato – è stato vigliaccamente attaccato, è stato la vittima di un chiaro attentato terrorista islamico”.

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