DECRETO DIGNITA’/ I sindacati, nell’audizione alla Camera, apprezzano i criteri, ma indicano alcuni correttivi

Sono iniziate stasera (martedì 17) alla Camera dei deputati le consultazioni  sul Decreto dignità presentato, a nome del governo, dal ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio. Domani, mercoledì 18, sarà la volta di Confindustria e giovedì 19 toccherà al presidente dell’Inps, Tito Boeri. Infine toccherà allo stesso ministro.

La CISL: “Criteri condivisibili, ma più incentivi per i contratti a tempo indeterminato”– Il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, ha affermato  che “sarebbe stato preferibile affrontare il tema dell’enorme precarietà del lavoro presente nel nostro paese attraverso un confronto preliminare del Governo con le parti sociali, onde evitare l’ennesimo intervento del legislatore in materia di regolazione dei rapporti di lavoro”. Tuttavia, ha precisato,  “è condivisibile la logica del Decreto Dignità perché riduce la durata dei contratti a termine e le proroghe , in linea con la media europea, anche se sarebbe opportuno, per evitare contenziosi, affidare la regolazione delle causali alla contrattazione collettiva ed aziendale, stralciando dal decreto le norme che riguardano il lavoro in somministrazione, tipologia che oggi è già ben tutelata sul piano dei diritti da norme pattizie tra imprese e sindacati”.

Sbarra ha quindi sottolineato che la Cisl ritiene altresì necessario aprire un confronto con il Governo per rendere più favorevole sul piano fiscale e contributivo il contratto a tempo indeterminato, prevedendo forti incentivi per quest’ultimo. E, ha aggiunto, “guardiamo con favore alle norme introdotte sulle delocalizzazioni, proprio per evitare che imprese che hanno usufruito di aiuti pubblici possano spostare le loro produzioni all’estero con gravi ripercussioni per la stabilità occupazionale dei lavoratori, senza per questo voler mettere in discussione la giusta politica di incentivazione agli investimenti esteri nel nostro paese che va salvaguardata soprattutto nelle aree depresse del Mezzogiorno”.

La CGIL: “D’accordo sulle causali per il non rinnovo dei contratti, ma noi al ritorno dei voucher”Il segretario confederale Tania Scacchetti” ha fatto notare che “se non sostenute da un organico disegno di contrasto alla precarietà” le misure sul tempo determinato inserite nel Decreto Dognità –  giudicato comunque positivamente –  “rischiano di spostare il peso della precarietà su forme ancora meno tutelate ed ampiamente abusate, quali i tirocini e le false partite Iva, se non di incrementare il ricorso al lavoro intermittente o al lavoro autonomo tout court“.

Sacchetti ha affermato inoltre che – pur contenendo “misure interessanti e condivisibili, da tempo richieste dalla Cgil” – il provvedimento “manca ancora  di coraggio nell’affrontare, attraverso un intervento organico, un profondo ridisegno delle regole del mercato del lavoro. Invece dovrebbe ambire ad una proposta più forte, che parta dagli investimenti volti a creare occupazione, dal sostegno agli ammortizzatori sociali per affrontare l’enorme problema sociale determinato dalla crisi, dal rilancio e dagli investimenti sulle politiche attive del lavoro”. La Cgil giudica in particolare positivamente la reintroduzione delle causali, osteggiate invece da Confindustria, chiedendone però l’adozione “fin dal primo contratto”. Nettissima contrarietà, invece, verso la ipotesi di reinserire i voucher in agricoltura e nel turismo.

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