In Perù il Parlamento ha destituito il presidente in carica Pedro Castillo, ha eletto in sua sostituzione per la prima volta una donna, Dina Boluarte (foto), 6o anni, avvocato, che era la sua vice. La nuova presidente, membro del partito di stampo socialista Perù Libre, ha prestato giuramento in una seduta straordinaria del Parlamento.
Castillo, insegnante e sindacalista, si era insediato appena un anno e mezzo fa, dopo aver battuto al ballottaggio Keiko Fujimori, leader della destra peruviana e figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori.
Dina Boluarte ha rivolto un breve appello “all’unità di tutti i peruviani” e a una “tregua politica” con l’obiettivo di “dare vita ad un governo di unità nazionale“, promettendo di dimostrare consapevolezza che “è imprescindibile riprendere il cammino della crescita economica e dell’inclusione sociale, e della riforma politica di cui il Paese ha bisogno”.
E ha promesso che la sua prima misura sarà quella di affrontare la corruzione in tutte le sue forme, perché questo cancro dev’essere estirpato“.
L’avvicendamento tra Castillo e Boluarte è avvenuto al termine di una giornata drammatica durante la quale il presidente in carica ha tentato di sciogliere il Parlamento, che era chiamato ad affrontare un procedimento di impeachment per “incapacità morale”: un gesto disperato contro la democrazia, al quale hanno reagito subito la presidente del Consiglio, Betssy Chavez, e cinque ministri, che hanno rassegnato le dimissioni, così come hanno fatto il capo dell’esercito e alcuni ambasciatori, fra cui quelli alle Nazioni Unite e presso l’Organizzazione degli Stati americani. A fine mattinata ha abbandonato Castillo anche la sua vicepresidente, Boluarte, che in questo modo ha preservato le sue prerogative costituzionali. Infine, dopo alcune ore di incertezza, anche il comando congiunto delle forze armate e la polizia hanno diffuso un comunicato in cui hanno espresso fedeltà alla Costituzione, scaricando il capo dello Stato.
E in serata la polizia ha arrestato Castillo nella sede della Prefettura di Lima, dove si era rifugiato in compagnia dell’ex premier Anibal Torres. La Procura generale peruviana ha poi informato che è stato avviato un procedimento preliminare contro l’ex presidente per i reati di ribellione e associazione per delinquere.
Gli ambasciatori degli Stati europei residenti a Lima hanno diffuso una dichiarazione in cui “rigettano qualunque azione che vada contro la Costituzione e lo stato di diritto”, ma comunque appoggiano “la soluzione politica, democratica e pacifica adottata dalle istituzioni del Perù”. Dal canto suo il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, ha affermato che il sua governo è “disposto a concedere asilo a Pedro Castillo”, qualora lo chiedesse.
Il governo di Lopez Obrador è stato molto vicino a Castillo nei suoi 16 mesi di governo, criticando l’aggressiva opposizione esercitata dalle forze di centro-destra peruviane contro “un presidente eletto dal popolo”. Ebrard ha anche annunciato che il vertice dell’Alleanza del Pacifico previsto a Lima la prossima settimana è stato sospeso a causa della crisi politica in Perù.
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