Il generale Sergio Costa, indicato da Luigi Di Maio come possibile ministro dell’Ambiente, ha fatto sapere che “da oggi fino a martedì 6 marzo sarà in licenza per mantenere il profilo istituzionale più corretto”.
Chi è. Napoletano, 58 anni, laureato in Scienze Agrarie con master in Diritto dell’Ambiente, Costa è stato comandante regionale del Corpo forestale dello Stato in Campania fino allo scioglimento del corpo a fine 2016. La sua inchiesta più famosa è stata la scoperta della cosiddetta Terra dei Fuochi, la discarica di rifiuti più pericolosa d’Europa a Caserta. “Ha anche scoperto la discarica dei rifiuti nel territorio del Parco Nazionale del Vesuvio – ha spiegato Di Maio via Facebook – e ha operato in indagini internazionali nell’ambito di traffico illecito di rifiuti nocivi. Infine ha collaborato con la Direzione nazionale antimafia nello svolgimento di analisi investigative ambientali sull’intero territorio nazionale”.
Molto critico sullo smantellamento del Corpo forestale, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno dichiarò che è “folle sciogliere il corpo forestale”. E commentò sarcasticamente che dopo l’annuncio “personaggi vicini alle ecomafie operanti tra Napoli e Caserta hanno acquistato dolci e spumante per festeggiare la notizia…”.
IL CAIATA SHOW A POTENZA
Nello stadio di Potenza (dove la squadra di casa ha vinto per 3 a 0 contro l’Aversana Normanna) c’è stato un vero e proprio show eletterale show del presidente della squadra, Salvatore Caiata, che, candidato dal M5s alla Camera è stato per ora “espulso” dal Movimento per aver contravvenuto sa una regola etica dei 5stelle, e cioè aver taciuto di essere oggetto dell’avvio, nel 2016, di un procedimento giudiziario, ancora in fase iniziale, per la sua attività di imprenditore a Siena. “Io – ha detto Caiata in sala stampa – sono candidato, corro, sarò eletto o non sarò eletto, la gente mi voterà o non mi voterà: questo non mi importa perché in questi due giorni io ha avuto qualcosa di più importante dell’elezione e del Parlamento. Ho avuto l’affetto della gente di Potenza e se sarò eletto mi batterò per questa gente come un leone (simbolo della squadra e della città)”.
E’ una dichiarazione che sta già diventando virale sui social, e che ai presenti è sembrata essere una vera e propria esplosione di “liberazione” dallo stress degli ultimi due giorni. “Caiata – che ha seguito la partita in panchina, ma entrando in campo per festeggiare i tre gol del Potenza – è stato più volte applaudito e alla fine, insieme alla squadra è corso sotto la curva Ovest per ricevere il virtuale abbraccio della parte più calda del tifo rossoblù. E in sala stampa, dove, oltre ai giornalisti, c’erano anche alcuni supporter e diversi uomini della società e dello staff tecnico, il presidente del Potenza ha ricevuto nuovi applausi e urla di sostegno “ad andare avanti” sia nel calcio sia nella politica.
“Quello che mi è successo negli ultimi due giorni – ha detto ancora Caiata – poteva sembrare una cosa che può devastare la vita di una persona perbene, fatta da gente senza scrupoli che non sa più cos’è l’umanità: distruggere una persona solo per fare un ‘calcolino’. A fronte di questa disumanità, una città, Potenza, e tutti i lucani mi hanno dato un affetto sconfinato. E questo – ha alzato i toni – non me lo può togliere nessuno, e questo, loro, quegli altri, non lo avranno mai perché non fanno parte di questa gente, della gente che sta con la gente. Oggi è andata in onda una cosa che molti non ricordano più di avere o non sanno che valore ha: il cuore, il cuore rossoblù”, i colori della città e della squadra di calcio del Potenza, primo in classifica nel girone H della serie D.
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