La polizia sta interrogando un uomo in relazione all’uccisione dell’Imam Maulama Akonjee, del Queens (New York) e del suo assistente Thara Uddin. Lo riferisce la Cnn online citando due funzionari che si occupano dell’inchiesta.
L’uomo (di cui è stato distribuito l’identik) era sotto sorveglianza ed è stato fermato dopo aver urtato un’auto civetta della polizia. L’agguato è avvenuto alle 14 di sabato vicino alla moschea di Ozone Park ed anche se la prima pista seguita è quella della rapina, la comunità islamica teme che si tratti invece di un crimine causato dall’intolleranza religiosa. Ieri la polizia aveva reso noto un identikit di un uomo visto nella zona al momento dell’agguato.
E’ stato un agguato in pieno giorno che, secondo le ricostruzioni iniziali, sembra un’esecuzione: i due uomini, usciti dalla moschea, sono stati attaccati alle spalle e colpiti con spari alla testa. Sul movente ancora poche indicazioni: la polizia è cauta prima di stabilire se avvalorare l’ipotesi rapina o il movente religioso. Ma la comunità islamica del Queens non ha dubbi: è stato un crimine dettato dall’odio e la colpa è della retorica di Donald Trump, che ha creato l’islamofobia.
L’imam Maulama Akonjee era un rispettato leader religioso fino dal suo arrivo negli Stati Uniti due anni fa dal Bangladesh. ”Era un uomo umile, un imam modello” afferma Kobir Chowdhury, leader di un’altra moschea nelle vicinanze. Akonjee sarebbe dovuto partire per il Bangladesh fra 10 giorni per prendere parte al matrimonio di suo figlio.
L’assistente Thara Uddin erano conosciuto per essere estremamente religioso e ”non aveva problemi con nessuno” mette in evidenza il fratello Mashuk Uddin, precisando che il fratello è deceduto dopo quattro ore dall’agguato al Jamaica Hospital. Le indagini sono in corso. Il killer è descritto con occhiali e barba e al momento dell’attacco indossava pantaloncini corti e una maglietta blu scuro. Secondo le descrizioni diffuse, è di corporatura media, con occhiali e barba. Gli investigatori stanno esaminando le riprese delle telecamere vicino al luogo dell’agguato, cercando una spiegazione per il movente.
Alla veglia organizzata per le vittime molti striscioni con ‘Vogliamo Giustizia’. Presente anche Sarah Sayeed, componente dello staff del sindaco Bill de Blasio con la responsabilità per i rapporti con la comunità musulmana. ”Capisco la rabbia, ma è importante che sia condotta un’indagine approfondita” mette in evidenza Sayeed
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