Si è appreso oggi che un diplomatico nordcoreano, Jo Song-gil– che è stato ambasciatore per un anno nordcoreano reggente in Italia (nella foto durante una cerimonia in Veneto) – ha chiesto asilo politico con la sua famiglia a inizio dicembre in un “imprecisato Paese occidentale”. La notizia è riportata dal quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo citando fonti anonime diplomatiche di Seul, in quella che sarebbe un’altra defezione di alto livello tra le file dei funzionari di Pyongyang all’estero. Jo Song-il, che sarebbe ora “protetto” dalle autorità italiane “in un luogo sicuro”, è stato, secondo quanto risulta all’ANSA, “incaricato d’affari” nel nostro paese fino al 20 novembre.
La Farnesina precisa; Italia estranea- Fonti del ministero degli Esteri italiani hanno precisato all’Ansa: “Non risulta una richiesta d’asilo da parte di un funzionario nordcoreano. Per via diplomatica è stato a suo tempo comunicato al ministero l’avvicendamento dell’incaricato d’affari nordcoreano a Roma. Tale avvicendamento ha poi avuto luogo”.
Si dà il caso che proprio ieri, mentre circolavano le voci su Jo Song-
gil, il presidente Usa Donald Trump aveva riferito ai reporter di aver ricevuto una “grande lettera” dal leader nordcoreano Kim Jong-un (nella foto l’incontro dello scorso anno tra i due) e di aver stabilito una buona relazione con lui, anche se ha sostenuto di non aver mai enfatizzato la velocità del processo di denuclearizzazione nella Corea del Nord.
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