“Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me che cos’è la libertà”. Si intitola ‘Quattro stracci’, l’ha scritta Francesco Guccini e Matteo Renzi l’ha citata per rispondere metaforicamente a chi lo ha criticato in Direzione. La riunione senza streaming, blindata da Matteo Orfini che ha intimato no a tweet e post, non è stata quella della annunciata tregua e ha invece registrato un muro contro muro tra i dem sul tema alleanze.
Alla fine, la Direzione ha votato con la consueta, servile e ipocrita unanimità la relazione di Renzi perché l’area di Andrea Orlando e di Michele Emiliano non hanno partecipato al voto. Renzi e i fedelissimi si dicono soddisfatti (il nuovo slogan propagandistico è “Noi siamo lontani dalle coalizioni ma vicini ai problemi della gente”), ma nel dibattito – secondo quanto è trapelato – ci sono state ‘scintille’ tra il segretario, Dario Franceschini e Andrea Orlando.
E poi è stata la volta di Andrea Orlando: “Dobbiamo aiutare Pisapia e chi in quel campo non ha una posizione antirenziana”. Anche lui ha chiesto rispetto: “Basta additare chi pone una questione”; non vogliamo “che ci sia qualcuno che ci debba dire di che cosa si può o non si può discutere”. Renzi ha incassato , ma poi ha insistito: “Non passerò i prossimi mesi a parlare di coalizioni”. E ancora: “Orlando vuole aiutare Pisapia? Io il Pd”. Il segretario non ha risparmiato nemmeno Franceschini: “Lui dice che di coalizioni si può parlare nelle sedi di partito, c’è da chiedersi se ‘Repubblica’ sia una sede di partito”. Quindi denigrazione per chi rilascia interviste ai giornali, cosa che però lui fa continuamente. Ma a lui è consentito, agli altri no. A questo punto, le minoranze hanno annunciato che non avrebbero preso parte al voto, mentre i franceschiniani mantenevano la posizione assunta dallo stesso Franceschini in apertura del suo intervento. Poi, il voto all’unanimità e la ‘voce’ di Guccini hanno chiuso la Direzione.
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