Avvelenamento colposo delle acque. È quanto ha stabilito la Corte d’Assise d’Appello dell’ Aquila in merito alla mega discarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino (Pescara). Ha così modificato la prima sentenza di due anni fa della Corte d’Assise di Chieti dove il reato non era stato riconosciuto. Nella sentenza di oggi la Corte ha anche riconosciuto la sussistenza di alcune aggravanti in merito al reato del disastro colposo.
In Corte d’Assise, a Chieti, il 19 dicembre 2014, i 19 imputati furono assolti dall’accusa di aver avvelenato le falde acquifere, mentre il reato di disastro ambientale è stato derubricato in colposo e, quindi, prescritto. Prima di chiudere il dibattimento ed entrare in Camera di consiglio la Corte ha rigettato l’ acquisizione del piano di caratterizzazione realizzato dal commissario di governo Adriano Goio, convalidato nel dicembre del 2015, perché “l’acquisizione documentale pur possibile in rito abbreviato anche in appello – ha detto Catelli – deve avvenire prima dell’inizio della discussione e non a procedimento iniziato, quindi è inutilizzabile ai fini della nostra decisione”. Catelli ha voluto chiudere il processo ringraziando tutte le parti e “il clima di serenità nel quale si è svolto il dibattito”.
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