Otto feriti tra le forze dell’ordine, un fermo tra i manifestanti, e la polemica tra Pd e Movimento 5 Stelle. Si è chiusa così la protesta contro il G7 di Industria, Scienza e Lavoro, che gli oppositori hanno portato direttamente a Venaria (Torino), a poche centinaia di metri dalla Reggia in cui si sono riuniti i ministri. Più di un migliaio di dimostranti che si sono raccolti alla periferia settentrionale di Torino e hanno marciato per chilometri sino ad imbattersi nel fitto dispositivo di carabinieri e polizia, che ha sbarrato loro il passo. A Venaria, in piazza Vittorio Veneto, da dove la Reggia è già visibile, ci sono state scene di guerriglia urbana.
Dal corteo sono partiti grossi petardi e fuochi d’artificio, lanciati ad altezza d’uomo contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con accenni di carica, idranti e lanci di lacrimogeni. Un agente della Digos, percosso alla testa, ha una prognosi di 40 giorni per un trauma cranico, toracico e vertebrale. All’ospedale Cto di Torino sono finiti anche altri sei poliziotti e un carabiniere, con prognosi tra i 10 e i 20 giorni. “Grazie del vostro lavoro e dei vostri sacrifici, sono orgoglioso di voi”, dice via radio al termine della giornata il questore Angelo Sanna.
“Ancora una volta un ristretto gruppo di manifestanti non ha perso occasione per esprimere le proprie istanze attraverso l’uso della violenza e della provocazione. Lo dice il capo della polizia Franco Gabrielli dopo le giornate di proteste a Torino sottolineando che, nonostante i violenti in piazza, “la sapiente direzione dei servizi” da chi doveva gestire l’ordine pubblico ha consentito lo svolgimento del vertice “in una cornice di sicurezza che ha garantito anche l’esercizio della libertà di manifestazione”.
E uno speaker dei dimostranti, prima del dietrofront del corteo, si dice “orgoglioso di aver rovinato il sonno e la cena e il summit a questi infami” . La protesta è durata tre giorni e anche ieri sera, nel centro di Torino, è stata caratterizzata dal lancio di fuochi artificiali contro i poliziotti. A quella di oggi si sono viste, tra numerosi militanti dei centri sociali, le bandiere di sindacati di base, Rifondazione comunista, No Tav e di gruppi anarchici e di estrema sinistra.
Non è mancata la replica macabra della ghigliottina e della “decapitazione” in piazza dei fantocci raffiguranti Matteo Renzi e il ministro Giuliano Poletti. I tre manifestanti che hanno portato la ghigliottina a pochi passi dal cordone di polizia sono stati identificati per essere denunciati.
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