DOMENICA SPORTIVA/ Moto e ciclismo. Gioie italiane e prime volte al Mugello per il Gran Premio d’Italia. Petrucci esulta nella MotoGP, Arbolino vince in Moto3. Giro: trionfa Carapaz davanti a Nibali

di FABIO CAMILLACCI/ Il campionato di calcio è finito domenica scorsa, nonostante tutto, è stata un’altra giornata ricca di grandi avvenimenti sportivi: Motomondiale e Giro d’Italia su tutti. Cominciamo dalla MotoGP e dal Gran Premio d’Italia andato in scena sul circuito del Mugello. E’ proprio il caso di dirlo: Danilo Petrucci (foto in home page) ha atteso ben 124 gare per brindare alla sua prima vittoria nella classe regina, ma, alla fine ne è valsa la pena attendere così tanto visto che il centauro di Terni festeggia la sua prima gioia proprio sul circuito italiano, in mezzo a tante bandiere tricolore, in sella a una Ducati e nel giorno della Festa della Repubblica. Il massimo. Un successo entusiasmante anche per come è arrivato e per aver battuto il solito “Marcziano” spagnolo. Un successo dunque talmente emozionante che è impossibile per Petrucci trattenere le lacrime dopo aver tagliato il traguardo. Peraltro, il sorpasso decisivo è stata una manovra calibrata alla perfezione che lo colloca tra i migliori piloti del Mondiale MotoGP. Piazza d’onore per Marquez, gradino più basso del podio per Dovizioso con l’altra “Rossa” di Borgo Panigale. Lo spagnolo quindi resta al comando della classifica piloti con 12 punti di vantaggio su Dovi.

Rossi e il disastro Yamaha. Valentino proprio davanti all’immenso popolo giallo che lo venera, ha sofferto dal venerdì alla domenica, quando, scattato dal 18° posto, si è ritrovato dopo pochi giri nella ghiaia per un contatto con la Suzuki di Mir. Cose che possono capitare soprattutto se parti dalle retrovie; e stavolta niente rimontona per il Dottore. Il centauro pesarese al termine ha spiegato che il problema è stato non trovare il giro perfetto nelle FP3 quando non a caso è andato lungo all’ultima curva. Una cosa però è certa e palese da tempo: alla M1 manca potenza e in generale sembra molto distante dalle più performanti Honda e Ducati.

Gioie italiane e “prime volte” anche in Moto3 e Moto2. Nell’ex classe 250 (un tempo più regina della MotoGP grazie a Biaggi, Rossi e Capirossi), si festeggia un’altra prima volta: quella di Luca Marini, fratello di Rossi. Il leader dello Sky Racing Team VR46 Campione del Mondo in carica in Moto2 con Bagnaia, non era mai salito sul podio al Mugello. E c’è una bellissima prima volta azzurra anche nella Moto3: Tony Arbolino centra infatti la sua prima vittoria in carriera.

Ciclismo, dopo tanto tempo il Giro d’Italia si decide all’ultima tappa. Una volta l’ultima frazione della corsa rosa era soltanto una passerella, quest’anno non è stato così a causa del grande equilibrio che poteva essere sparigliato dalla crono di chiusura. Richard Carapaz tiene e a Verona diventa il primo corridore ecuadoriano a conquistare il 102° Giro d’Italia. Trionfa in maglia rosa con un vantaggio finale di 1’05” su Vincenzo Nibali (che merita comunque un applauso per non aver mai mollato) e 2’30” sullo sloveno Primoz Roglic il quale è riuscito a scalzare Mikel Landa dal podio finale. Un trionfo meritato quello del 26enne della Movistar.

Gli altri verdetti. La crono veronese con arrivo in Piazza Bra e successiva sfilata nell’Arena, va a Chad Haga della Sunweb che diventa il quarto statunitense a vincere una crono al Giro dopo Andrew Hampsten (1988), Tyler Hamilton (2002) e Taylor Phinney (2012). Questi gli altri verdetti finali: maglia azzurra della classifica del Gran premio della montagna all’italiano Giulio Ciccone, maglia bianca della classifica di miglior giovane al colombiano Miguel Angel Lopez e maglia ciclamino della classifica a punti al tedesco Pascal Ackermann. Game over, appuntamento all’anno prossimo.

 

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